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Viale San Domenico VS via Tancredi Ripa di Meana. Tanto rumore per nulla. È corretta (stavolta) la posizione del Comune. Stessa strada con due nomi. Così è... anche se non vi pare

Viale San Domenico VS via Tancredi Ripa di Meana. Tanto rumore per nulla. È corretta (stavolta) la posizione del Comune.

Immotivata la levata di scudi contro il comunicato stampa del Comune e la tabella apposta all’inizio dell’interruzione per i lavori in via Ripa di Meana. Solo che la zona interessata dai lavori dovremo imparare a chiamarla “San Domenico”. Altrimenti, se siamo ignoranti (cioè “ignoriamo”), è affar nostro.

Ci aiuta a sciogliere l’enigma il consigliere Paolo Befani, che della Commissione Toponomastica è vice presidente. Anche la presidente Edi Cicchi, per suo conto, ci aveva dichiarato che nessun cambiamento di nome era stato approvato, secondo il sano principio della doverosa conservazione della toponomastica storica.

Ecco come sta esattamente la questione. L’inizio della strada, che si dirama alla confluenza con via XIV Settembre (zona tribunale, ex Officina Elettrica, già Campo Battaglia per la sassajola perugina) si chiama Via Ripa di Meana. Prendendo nome dall’eroico capitano piemontese dell’ottava Compagnia Bersaglieri che cadde, colpito da proiettili nemici, proprio sulle scale di Porta Santa Margherita, in occasione della Liberazione di Perugia del 1860.

Poi, proseguendo, la strada cambia nome e diventa viale San Domenico, fino alla via San Girolamo. Insomma, è la stessa via che continua, ma procede con diversa denominazione. La cosa può sembrare irrituale, ma accade anche in altri (rarissimi) casi.

Denominazione – questa di Viale San Domenico – che non è sbagliata, almeno per due motivi. Primo, perché ci si avvicina alla Basilica di San Domenico. Secondo, perché di viale si tratta. Essendo appunto il lato sinistro, che costeggia la via, punteggiato di piante.

Insomma: niente da contestare. Nessun errore degli Uffici. Solo disattenzione di noi cittadini. E dei giornalisti che si sono lasciati fuorviare da quell’ “ex”, o “già”, che faceva pensare a un cambiamento di nome. Cosa che – c’è da giurarlo – non è e non può essere avvenuta.

Ma un errore (veniale) c’è: di carattere ortografico. La tabella di segnalazione recita infatti “STRADA INTEROTTA”, lasciandosi a casa una R. Insomma: con lo scempiamento della doppia erre. Alla maniera dei romani, che dicono “chitara” per “chitarra”.

Quel doppio segnale è però inequivocabile. Basta recarsi sul luogo e osservare il segnale apposto, a sinistra, poco prima del parcheggio (scatto in pagina). L’Inviato Cittadino l’ha fatto. Fedele al detto di San Tommaso “se non vedo, non credo”. La spiegazione è dunque facile, lapalissiana.

Uno stesso palo regge le due targhe odonomastiche. A Sinistra c’è via Ripa di Meana (in prossimità della zona dove cadde il piemontese liberatore); a destra c’è viale San Domenico, in omaggio alla basilica monumentale da dove (dice qualcuno, ma è impossibile balisticamente) sarebbe partito il proiettile che colpì il piemontese liberatore.

Così è… se vi pare. Consummatum est.

E non stiamo a far polemiche col sindaco o con la Toponomastica. Critichiamo pure (lo faccio da una vita). Ma portando argomenti veri. Sennò, impariamo a dire: “Scusate: non sapevo”.

Viale San Domenico contro Via Tancredi Ripa di Meana, risolto il mistero

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