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Attualità Borgo XX Giugno / Via Tancredi Ripa di Meana

L'INVIATO CITTADINO - Via Ripa di Meana: viene giù tutto. È un pozzo senza fondo... da tempo ormai

Il crollo verificatosi di recente costituisce la conferma della pericolosità di questa zona della città

È ormai appurato: via Ripa di Meana porta male! Crolla tutto, vengono giù pietre. È un pozzo senza fondo, fonte di inenarrabili vicissitudini economiche e di incredibili disagi… storici. Quel fosso di Santa Margherita è proprio maledetto. Vi accadono disgrazie dai tempi di Braccio che fermò il degrado con le sue “briglie”. Il crollo verificatosi di recente costituisce la conferma della pericolosità di questa zona della città. Facciamo un rapido riepilogo: alcuni anni fa l’enorme e costosissima frana cui si pose rimedio in anni e anni di lavoro. Prima il rifacimento del muro a destra della strada procedendo da via XIV Settembre, poi la sistemazione (in più fasi) della frana a valle con tonnellate di ferro e cemento, oltre che mediante un complicatissimo e costoso sistema di drenaggio. Più di recente, l’anno scorso vennero giù alberi e smottamenti imponenti di terreno.

Finalmente sembravano aver rimediato. Taglio di alberi pericolosamente protesi verso la carreggiata, pulizia della scarpata, realizzazione di barriere con materiale biologico, rifacimento del marciapiedi (sebbene con criteri discutibili, come abbiamo già raccontato su queste colonne). Insomma: una stabilità precaria, se ci si passa l’ossimoro. Ma di recente una nuova pietra cade addosso alla città. Anzi: una serie di pietre. E si parla di pietre niente affatto metaforiche, ma intese nel senso letterale del termine. Tanto che si sono sbriciolate sul marciapiedi… per fortuna nottetempo.

Sta di fatto che uno dei contrafforti all’altezza della prima curva (quella dove alberga la più grande colonia cittadina di piccioni) sta cedendo. Lo prova la caduta di massi squadrati che costituivano la bella muratura. E sono cadute proprio le testate d’angolo: quelle alle quali spetta il compito più gravoso. È stata realizzata al volo un’opera provvisionale mediante copertura che salvi almeno la pelle agli sfortunati pedoni. È solida: in tubi innocenti e robusti tavolati. Ma consiglio caldamente di non passarci sotto e di scegliere il marciapiedi della parte opposta. Ai piedi della scarpata, delle paratie in legno, poggianti su supporti incardinati sulla cortina del muro, salvano dalla caduta di massi. La pulitura della scarpata soprastante ha però rivelato magagne, prima coperte da una vegetazione
disordinatamente cresciuta e mai governata.

Da sotto si notano strutture lapidee di supporto alle costruzioni di via XIV Settembre in frana. Tutto appare precario, bisognoso di consolidamento e messa in sicurezza. Tubi per il deflusso delle acque scoperti, massi in distacco, muratura fatiscente. Ci si chiede con che capoccia abbiano realizzato quegli imponenti palazzi su una zona notoriamente in frana… anche se è roba da primo Novecento. Poi si cerca di correre ai ripari… a buoi ampiamente usciti dalla stalla. Occorre uno studio geologico accurato della zona e la predisposizione di un piano operativo di interventi. Che non saranno rapidi né economici. Ma questo è compito che spetta
all’amministrazione locale e questo va fatto.

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