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PERUGINERIE In via dell’Orso due targhe ricordano Crispolto e Silvano Cenci, in arte Straccivarius

Tracce di Stracci. Quando la città non dimentica… e non deve dimenticare

Tracce di Stracci. Quando la città non dimentica… e non deve dimenticare. In via dell’Orso due targhe metalliche (di mano anonima) ricordano il mitico Silvano Cenci, in arte Straccivarius. E Crispolto, frequentatore del Little Bar, poi Papaya, inventato e gestito da Ivo e Piero. Crispolto, come Silvano, magistralmente ritratto dal pittore Enzo Barbacci, assiduo frequentatore dello stesso bar.

Uno scatto dell’amico Vanni Capoccia rammenta che in via dell’Orso, traversa sulla sinistra a scendere via dei Priori, sono affisse due targhe che ricordano altrettanti personaggi. Il più noto è Straccivarius, prototipo del diverso pensare: scrittore, attore, musicista, performer.

Quelle targhe portano scritto: “Il mio futuro / non avrà del passato / che un vago profumo”, firmato Straccivarius. La seconda: “Per i semplici molta gloria / per i giusti molta storia. A Crispolto”. Crispolto era, a sua volta, un emarginato affetto da problemi. “Una persona buona – ricorda Capoccia – uno svantaggiato che aveva trovato nel Papaya un luogo accogliente e un sincero affetto. Come era successo a Silvano”.

In quelle targhe, stanno scritti epigrammi, lirici e sentenziosi. I versi della prima sono quelli che Silvano amava recitare. E far conoscere, attraverso gli ultimi suoi due libri, stampati da Era Nuova e che mi donò con gioia.

Abbiamo parlato più volte di “Stracci”, questo il nomignolo per noi amici [Il Personaggio - Dal teatro alla musica, l'artista perugino fuori dal "coro" apprezzato anche da Fellini (perugiatoday.it)].

Ne abbiamo raccontato la vita e le opere. Insieme alle disgrazie: l’aggressione che portò lui – diverso e forse preso di mira proprio per questa sua diversità – alla sedia a rotelle [Giorgio Straccivarius in carrozzella... aggressione o immaginazione? Un caso sconosciuto e irrisolto (perugiatoday.it)].

Quindi, in breve tempo, a rinunciare alla vita. Come gli uccelli che “vanno a morire in Perù”, Stracci è deceduto nella stessa Casa dove era andato incontro alla Nera Signora un altro diverso, il cantante e pittore Benito Vicini, detto Nito [CIAO MAESTRO! Scompare dalla scena della vita Silvano Cenci, in arte Straccivarius. (perugiatoday.it)].

Ricordo (e ne parlammo ai lettori) quell’ultimo saluto alla Sala del Commiato del civico cimitero della Vetusta [Ciao Maestro: Perugia saluta Straccivarius, ricordandone le opere e i giorni (perugiatoday.it)]. Evento che segnò un momento di enorme commozione. “Emozione… altissima”, avrebbe commentato il compagno Paolo Vinti che, come Silvano, si esibiva in non banali declamazioni.

In quell’occasione disse, davanti al feretro, l’amico Piero Velloni: “Silvano non deve scomparire nell’oblio. Perché si muore due volte: la prima con la morte del corpo, la seconda quando si viene dimenticati”.
E quelle targhe apposte in via dell’Orso, davanti alla ex Pizzeria Marchigiana, al cui esterno Silvano aveva stabilito il suo “Ufficio”, assolvono a una funzione precisa. Quella di far ricordare Silvano e Crispolto, emarginati, eppure creature di questa Terra. Perché la loro memoria non venga trascinata, come vecchi stracci, dal vento dell’oblio. Troppo simile a quello che soffia impetuoso in via dei Priori. Quel vento che, come dice l’adagio popolare, non sa leggere. Purtroppo.

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