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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Centro Storico / Via Cartolari

Via Cartolari, i migranti e i naufragi nel Mediterraneo visti dagli artisti

La lettura dell'emigrazione degli artisti del distretto di via della Viola

Via Cartolari, in aderenza a un locale giovanile oggi chiuso. Tre mani protese fuori dall’acqua in cerca di aiuto, di un appiglio per salvarsi. Così gli artisti del distretto di via della Viola leggono con orrore le notizie dei tanti naufragi che si verificano nel Mare nostrum.

Il tutto inscritto in un triangolare segnale di pericolo. Che non si capisce se reale o ironicamente proposto, come a voler dire che non c’è pericolo per noi, quanto per coloro che vengono sommersi dai marosi e vanno a fondo. Ma non siamo tutti noi ad… andare a fondo coi nostri pregiudizi e con una colpevole, disumana indifferenza?

Il disegno fa il paio con un altro bozzetto poco sotto. Qui è effigiato il poeta Pier Paolo Paolini, le cui iniziali seguono una sua frase “Siamo un Paese senza memoria”. Quasi a ricordare che, in un passato non lontanissimo, l’Italia è stato Paese di consistente emigrazione, sia interna che esterna, con attraversamento dell’oceano nelle stive di miserabili transatlantici. E con qualche biglietto… per l’inferno. Questo si capisce mettendo in relazione quelle immagini. Così la pensano quei giovani artisti. E propongono con chiarezza e discrezione il proprio sentire.

Allora, vale forse la pena di riportare quello scritto corsaro: «Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo […]. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale». Parole profetiche – ossia dette per tutti, una volta per tutte – come sempre sono quelle dei poeti. Che dire di meglio e di più?

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