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LA SEGNALAZIONE | "Qui nel fine settimana non si chiude occhio", protestano alcuni residenti di via XIV Settembre

Il gestore del locale ha spiegato più volte: “Che colpa ho io, se le persone si trattengono anche dopo la chiusura nell'area?"

Qui la notte non si chiude occhio… protestano i residenti di via XIV Settembre. Contestano i rumori che dichiarano provenire dai clienti dello Chalet Bar, un esercizio posto all’ingresso del parco di Santa Margherita. C’era una volta la casina del guardiacancelli… quando i “matti” erano ricoverati in questa autentica città nella città. Poi la legge Basaglia, il riconoscimento del valore terapeutico dei rapporti sociali. A Perugia si dice che i matti sono fuori, commentando la targa esterna che recitava “Manicomio provinciale”. 

Poi l’utilizzo degli ex padiglioni come scuole secondarie, aule decentrate della Stranieri e biblioteca (Palazzina Valitutti e Lupattelli). Restava la ex casina liberty all’ingresso, malridotta e bisognosa di cure. Un privato l’acquista, la riporta all’originario splendore. Ne abbiamo seguito le fasi, rendicontandole ai lettori. Poi si decide di affittarla, viene trasformata in un lounge bar, carino e frequentatissimo. Una specie di chalet, tanto che prende nome proprio da questa somiglianza con una costruzione di montagna. Ora accade che diversi residenti di prossimità lamentino un rumore eccessivo, che impedisce il riposo notturno. C’è chi ne fa un post pubblico sui social.

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Qualcuno protesta con le autorità e si sente rispondere che quell’esercizio è autorizzato a stare aperto fino alle tre del mattino. Fin qui tutto regolare. “Non è solo e tanto la musica a dare fastidio, ma il vociare degli avventori che spesso si trattengono ben oltre la chiusura. Si sente lo schiamazzo, si distinguono addirittura le parole della discussione. Si trattengono fino alle sei del mattino. Di questo passo non si può andare avanti. Senza riposo notturno, ci ammaleremo tutti”, lamentano. Pare che il gestore abbia risposto: “Che colpa ho io, se le persone si trattengono fino a ore antelucane? Come posso impedirlo?”.

“Intanto – dice una residente – togliendo le sedie, impilandole e legandole con la catena. Non credo che gli avventori resterebbero per ore in piedi”. Qui un tempo era luogo di spaccio. Qualcuno sostiene che lo sia ancora. Ma una ripulita è stata data. Specialmente in quel sottopasso col parcheggio che sembrava fatto apposta per operare senza essere visti. Ma qui non si parla di droga, bensì di rumore. Gli spacciatori, solitamente, agiscono nell’ombra e non vogliono ambienti rumorosi che attirino l’attenzione degli inquirenti. Invece chi ha bevuto qualche birra ha la parlantina sciolta e ama restare a discutere con gli amici. Come sia, le lamentele pare abbiano trovato la forma dell’esposto cui le pubbliche autorità decideranno di dar corso o meno. Un contenzioso da risolvere.

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