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Giovedì, 25 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Venerdì Santo… un tempo si suonavano le tréqquele o battistrangole

Oggi questi oggetti si trovano in qualche recesso di sagrestia o nei musei di antropologia

Oggi, venerdì Santo… un tempo si suonavano le tréqquele o battistrangole.

Con campane e campanelli impediti, per manifestare contrizione per la morte del Salvatore, si ricorreva al suono di questi strumenti. Specialmente nei momenti canonici della Messa, come la consacrazione. O durante la processione del Cristo Morto del Venerdì. Per informare i credenti che stava per iniziare la messa, i chierichetti giravano per le strade del paese agitando la tavoletta sonora.

Si trattava di una assicella alla quale era legato un percussore metallico. Ruotando e agitando lo strumento, si produceva un suono secco e legnoso. Quella specie di maniglia metallica, battendo sistematicamente sulla tavoletta, la segnava con un solco profondo.

Il nome del rustico strumento varia a seconda delle località. Da tréqquele a batràccole, da battistrànguele a graciòla (il che richiama il gracidare della rana). O anche bàttole, tràqqle, battajòle

Traqqla è termine onomatopeico (ossia che richiama nel nome il suono prodotto). Mentre bàttola/battajòla viene da “battere”.

Infine battistrànguela contiene il doppio riferimento ai verbi “battere” e “strangolare”.

Oggi questi oggetti si trovano in qualche recesso di sagrestia o nei musei di antropologia.

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