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LETTI PER VOI “Franco Venanti fra allucinazione e profezia”

L’ultimo dono di Franco Bozzi, grande studioso e uomo perbene

“Franco Venanti fra allucinazione e profezia”, l’ultimo dono di Franco Bozzi, grande studioso e uomo perbene. 

INVIATO CITTADINO Franco Bozzi, il rosso come metafora di vita

Il volume è l’ultima opera di Franco, storico e uomo di cultura, lucido intellettuale adottato dalla Vetusta. Personalità di rango nazionale che ci ha lasciato quasi due anni fa e si fa rimpiangere per la sua ampia e generosa cultura. 

Perugia in lutto | Ci ha lasciato lo storico Franco Bozzi: Educatore, intellettuale, uomo di attivo impegno politico e sociale

Questo libro, edito da Bertoni (60 pagine, euro 15) testimonia la fedeltà all’esegesi del mondo venantiano da parte di chi, più di chiunque altro, ne ha indagato i temi, gli stilemi, le suggestioni.

Il volume è peraltro impreziosito da una introduzione di Ilia Galan e da un cospicuo saggio di Stefano Maria Baratti. Che si sofferma su temi connotativi come quello del potere, della gnosi, della donna, del mistero ancestrale che lega il rapporto Eros-Thanatos e lo stilema ricorrente dell’armatura.

A ciò si aggiunga un testo del maggior critico dell’opera di Venanti: quell’Eugenio Giannì, fondatore dell’Inismo, sofisticato indagatore della filosofia venantiana, intriso di cultura religiosa e portatore di saperi rigorosi. Eugenio indaga il nesso tra vis poetica e vis polemica, inscindibili nella mente e nel cuore di Venanti. Che se la prende con “l’ibernazione delle menti come mezzo esplicito di conservazione del potere e, dunque, come negazione di libertà”. Una tesi che è impossibile non condividere.

Il tutto a fare da corollario a un testo, come quello dell’indimenticabile Franco Bozzi, capace di legare un immenso patrimonio di cultura con l’opera di Franco Venanti.

Il saggio è scritto in modo insuperabile. Con capitoli che scandiscono un’analisi impeccabile. Si va, dunque, dal tema dell’Apocalisse (che non è solo tragedia, ma rivelazione), alla catabasi nel mito dell’epica, alla cultura visionaria cristiano-medievale, al mondo dantesco, al bianco/nero come dicotomia della vita, alla rivisitazione del Medioevo, al tema dei barbari, vecchi e nuovi, all’Entropia.

In appendice alcune opere esemplificative del mondo venantiano e due snelle biografie dei due Franchi.

Un libro che, quando sei giunto alla fine, ti suscita la voglia di ricominciare. Facendoti rimpiangere la mancanza di un intellettuale come il nostro Franco: uno dei pochi scrittori che, al loro confronto, ti facevano sentire piccolo senza umiliarti.

E non posso dimenticare che il caro Franco (racconto una circostanza nota ad amici e familiari), in occasione di una pericolosa operazione, mi lasciò il materiale e le foto per “commemorarlo”. L’ho fatto, forse indegnamente, in un numero del Bollettino di Storia Patria per l’Umbria e, per gli amici, all’Associazione Porta Santa Susanna. Sentendomi inadeguato nelle parole, se non nei sentimenti.

Ecco perché consiglio questo suo ultimo libro e non mi stanco di proporlo come scritto esemplare. Per quelli che ci sono oggi e per coloro che verranno.

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