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Università di Perugia, Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici: le novità

La Scuola, a numero chiuso, ha ampliato il numero dei posti disponibili facendoli passare da 20 a 30

Nell’anno accademico 2020-2021 sarà attivato il Quinto Ciclo della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università degli Studi di Perugia. Finanziata dal Comune di Gubbio, la Scuola, afferente al Dipartimento di Lettere - Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne, va incontro alla domanda di una formazione altamente professionalizzante post lauream nel settore della tutela e della valorizzazione del Patrimonio Culturale, integrando e affinando l’iter formativo dei percorsi universitari di secondo livello (Laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte) e di primo livello (Laurea triennale in Beni Culturali) dell’Ateneo di Perugia e necessaria premessa per accedere alla Scuola. Di durata biennale, è riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. 420 le ore complessive fra didattica, esercitazioni, attività pratiche, escursioni didattiche, laboratori, tirocini e stages a seguito di stipula di convenzioni con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con istituzioni pubbliche e private di particolare qualificazione.

Grazie ad un consorzio iniziale di sei Università italiane (oltre Perugia, che ne è sede amministrativa e capofila, Urbino, Teramo, Chieti-Pescara, L’Aquila, Campobasso), alle quali si sono aggiunti in questi ultimi mesi altri tre Atenei (Milano IULM, Parma, Salerno), e con altri due Atenei di prossimo ingresso (Tuscia, Basilicata), la Scuola di Perugia si presenta come un esempio virtuoso di aggregazione fra più sedi, il più grande in Italia nel settore dei Beni Culturali. "La Scuola, insistendo in un territorio particolarmente ricco di emergenze artistiche e monumentali capillarmente diffuse, contribuisce a qualificare l'offerta formativa post-laurea in un ambito di primario interesse dell’Ateneo di Perugia e in particolare del Dipartimento di Lettere- Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne. Le varie Università consorziate garantiscono con i loro docenti una rete di rapporti scientifici e didattici finalizzati alla formazione disciplinare e professionale degli specializzandi. Gli allievi si avvalgono, nell’arco dei biennio, dell’insegnamento di circa 60 professori di comprovata esperienza nel settore dei Beni Culturali provenienti non solo dal consorzio delle nove Università italiane ma anche dalla pubblica amministrazione (Soprintendenze, Poli Museali, Gallerie dello Stato, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Consiglio di Stato, ecc..). Ciò consente una didattica innovativa e diversificata, molto apprezzata dagli allievi, tanto che già dall’anno accademico 2019-2020 la Scuola, a numero chiuso, ha ampliato, visto l’alto numero di richieste, il numero dei posti disponibili facendoli passare da 20 a 30", spiegano dall'Università.

Per l'anno accademico 2020-202 sono previsti "un maggior numero di docenti provenienti dagli atenei italiani consorziati; una didattica ancor più variegata, ricca di stimolanti proposte, aggiornata sulle principali novità tecnico-scientifiche, sulle metodiche conservative e sul quadro normativo nazionale e internazionale; un maggior numero di posti disponibili; tirocini e stages innovativi; una nuova, magnifica sede, modernamente attrezzata, messa a disposizione dal Comune di Gubbio presso l’ex complesso di San Benedetto a Gubbio; nuove collaborazioni istituzionali anche con la Scuola dei Beni e delle Attività Culturali del MIBACT".

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