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Università di Perugia, il mercato del lavoro chiede Ingegneri Civili e Ambientali: "Tra le figure più richieste"

Nuove prospettive occupazionali per i laureati del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia

Ecobonus, sismabonus, sicurezza delle infastrutture e sostenibilità ambientale. Il mercato del lavoro chiede ingegneri civili e ambientali. Secondo i dati dell'Università degli Studi di Perugia e del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale i laureati magistrali in Ingegneria Civile, a 3 anni dalla Laurea, fanno registrare il 93.6% tasso di occupazione e 1493 euro netti mensili di retribuzione media. Si tratta, spiegano dall'Unipg, di "una tra le figure più richieste dal mercato del lavoro, per la sua capacità di dare risposta a problemi complessi e molto attuali". 

"Negli ultimi mesi - sottolinea Giovanni Gigliotti, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale - il servizio Job placement del Dipartimento, la Direzione e i singoli docenti hanno ricevuto numerose richieste da parte di studi professionali e aziende del settore per la ricerca di giovani Ingegneri Civili o Ambientali da inserire nei loro organici". E ancora: "Oggi - aggiunge - gli Ingegneri Civili e gli Ingegneri Ambientali sono professionisti in grado di rispondere efficacemente alle grandi sfide dell’attualità, e questo è il motivo per cui sono tanto ricercati. Mi riferisco, a titolo di esempio, alla sicurezza di ponti e gallerie, alla mitigazione del rischio sismico e di quello idrogeologico, al risparmio e all’ottimizzazione della risorsa idrica, al trattamento dei rifiuti e delle acque reflue urbane e industriali. Nei nostri Corsi di Laurea triennali e magistrali tutti questi argomenti sono trattati nell’ambito di una didattica che affonda le proprie radici e trae ispirazione dalla ricerca all’avanguardia condotta nel Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, riconosciuto quale Dipartimento di Eccellenza". 

Per Filippo Ubertini, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni, "tra le principali sfide che gli Ingegneri Civili dovranno affrontare negli anni a venire vi è la necessità di valutare e monitorare la sicurezza dei ponti e delle gallerie che compongono la rete di trasporto nazionale, affinché non si verifichino più gli eventi drammatici del recente passato". E per le opportunità di lavoro, aggiunge Ubertini, "i gestori pubblici, i concessionari, gli organismi di controllo e le società di ingegneria stanno alimentando una notevole ricerca di Ingegneri Civili altamente qualificati per l’esecuzione di campagne di monitoraggio, ispezioni periodiche e valutazioni di sicurezza di ponti, coniugando sempre di più i metodi propri dell’ingegneria delle strutture con le più avanzate tecnologie dell’innovazione digitale". 

"Negli ultimi anni  - Massimiliano Gioffrè, professore associato di Scienza delle Costruzioni - si è assistito a una crescita costante della richiesta della figura professionale dell’Ingegnere Civile per fronteggiare la necessità di preservare e proteggere il grande patrimonio storico architettonico presente sul territorio nazionale". E ancora: "In Umbria il costruito è rappresentato da strutture in muratura che rendono la comprensione della natura intima dei manufatti, il tentativo di descriverne il comportamento strutturale, la stima dei livelli di sicurezza nei confronti degli eventi naturali come quelli sismici e l’ipotesi di interventi di manutenzione e recupero per garantirne la sopravvivenza nel tempo e nuovi usi, un problema estremamente complesso. Per affrontare questa complessità l’Ingegnere Civile rappresenta senza dubbio la figura centrale, disponendo di conoscenze e competenze che gli permettono di utilizzare strumenti sempre più sofisticati e tecniche innovative e sostenibili". 

Alessia Flammini, professore associato di Costruzioni Idrauliche, aggiunge che "l’ammodernamento, la realizzazione e il potenziamento in chiave di sostenibilità ambientale delle infrastrutture civili costituiscono una delle sfide dell’Ingegneria Civile e Ambientale del XXI secolo". Una sfida "largamente diffusa sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, ed è fortemente presente nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nuove linee dell’alta velocità, potenziamento e messa in sicurezza di infrastrutture viarie e portuali, di infrastrutture idriche per la tutela della risorsa idrica saranno nei prossimi anni l’ambizioso campo di azione dei laureati in Ingegneria Civile e Ambientale in un contesto di finanziamenti senza precedenti".  

Stefano Mancini, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia, allarga il ventaglio delle opportunità lavorative per gli ingegneri civili e ambientali: "L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia  - sottolinea - ha sempre mantenuto uno strettissimo rapporto con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, anche allo scopo di orientare meglio le attività da svolgere nell’ambito dei diversi corsi di studio, per una adeguata formazione delle figure professionali maggiormente richieste". E ancora: "Nel recente Congresso Nazionale degli Ingegneri, il Ministro Brunetta ha anticipato la grande necessità di Ingegneri anche nella Pubblica Amministrazione. Di questo si è poi avuto ampio riscontro nel piano di sviluppo e di assunzioni appena presentato. Inoltre, sarebbe molto utile una pianificazione più attenta e continua delle esigenze di figure ingegneristiche, per evitare di trovarsi, come in questo momento, soprattutto a causa di sismabonus ed ecobonus, in una emergenza prodotta dalla diminuzione degli iscritti nei corsi di laurea in Ingegneria Civile e Ambientale degli ultimi 10 anni". 

  

 

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