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Umbria Pride, il Comune di Perugia non concede il patrocinio: l'ira di Omphalos

Per i Radicali si tratta di un "grave danno per l'immagine della città"

Il Comune di Perugia, dopo quello di Terni, non concede il patrocinio all'Umbria Pride e scatena l'ira di Omphalos e delle associazioni Lgbti.

Con la concessione del patrocinio della Provincia di Perugia, sono nove gli enti che hanno scelto di sostenere attraverso lo strumento del patrocinio l’edizione 2022 dell’Umbria Pride. Insieme alla Regione Umbria e alla Provincia di Perugia ci sono i comuni di Spoleto, Gubbio, Gualdo Tadino, Narni, Panicale e Arrone e l’ambasciata della Repubblica Argentina in Italia. Sono inoltre arrivate adesioni da oltre 50 organizzazioni e gruppi politici da tutta l’Umbria, dalla CGIL all’ARCI, dall’UDU all’UDS, da Amnesty International alla Rete delle Donne Antiviolenza, dal movimento Friday for Future all’associazione degli Erasmus.

"Siamo particolarmente delusi e amareggiati dal comportamento del sindaco Romizi e della Giunta del Comune di Perugia – dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – nelle scorse settimane ci erano arrivate rassicurazioni da più parti sulla concessione del patrocinio da parte di Palazzo dei Priori, come del resto sempre avvenuto per tutti gli altri eventi dell’associazione. Surreale, inoltre – continua Bucaioni – che né il sindaco Romizi né nessun altro assessore rispondano al telefono o ai messaggi che da giorni gli stiamo inviando per avere una risposta a riguardo".

Omphalos contesta "l’utilizzo politico dello strumento del patrocinio".

Sulla mancata concessione del patrocinio intervengono anche i Radicali: " La mancata concessione del patrocinio all’Umbria Pride da parte del sindaco Romizi, prima ancora che una ridicola decisione frutto unicamente di squallidi giochi di bassissimo politicismo, è un grave danno alla città di Perugia - affermano Michele Guaitini e Andrea Maori, rispettivamente segretario e tesoriere dei Radicali Perugia - L’Umbria Pride, le associazioni che ne danno vita e le migliaia di persone che vi partecipano, non hanno certo bisogno di questo atto simbolico che invece danneggia molto la città di Perugia. Sia per la sua storia, che non merita un gesto così oscurantista e di mancata inclusione, sia perché svilita nelle sue istituzioni nel momento in cui la concessione di un patrocinio viene strumentalmente utilizzata per fini politici".

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