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Incenerimento: ambientalisti, comitati e opposizione in piazza contro Regione e Cementerie

Domani (24 aprile) manifestazioni a Perugia, Gubbio, Spoleto e Terni: "No alle discariche e all'uso del CSS nei cementifici, impegnare i fondi del Recovery Plan per una vera economia circolare"

L'Umbria ambientalista è pronta a scendere in piazza e lo farà domani pomeriggio (sabato 24 aprile, ore 15) a Perugia (in piazza Italia), a Gubbio (presso la scuola materna di Semonte), a Spoleto (in piazza Garibaldi) e a Terni (in piazza Europa). Nel mirino della protesta, organizzata da diversi comitati locali  e sostenuta dal Wwf di Perugia, il piano dei rifiuti della Regione.

"Territori solidali" per una "Umbria di ecodistretti", questi gli slogan di una manifestazione in cui si confermerà "in maniera decisa il NO all’uso del CSS nei cementifici Barbetti e Colacem e al trattamento di rifiuti anche pericolosi alla Maio Tech, sita nella frazione di Padule - spiegano i comitati eugubini -. Nel contempo si chiede che il piano regionale dei rifiuti sia volto al conseguimento della strategia Rifiuti Zero, senza incenerimento e discariche; che i fondi del Recovery Plan siano impegnati per una vera economia circolare (recupero di materia e riciclo) e una transizione energetica ecosostenibile, non per la produzione di CSS da bruciare nei cementifici; che siano fondamentali la tutela della salute e un piano di prevenzione primaria dalle esposizioni inquinanti; che venga subito riattivato il Registro dei tumori".

Si chiede che "prima che la Regione Umbria dia 'l’autorizzazione a procedere', si valutino tutti i fattori di rischio ambientale presenti da decenni nella Conca Eugubina, a causa di impianti insalubri di prima classe. Sono decenni di emissioni inquinanti, metalli pesanti, polveri sottili, diossine nell’assenza di dati epidemiologici e indagini sanitarie approfondite. Nelle immagini che si allegano, stampate sui volantini, si vede perfettamente la collocazione dei due cementifici che abbracciano Gubbio da nord-ovest a sud-est in una conca intermontana chiusa, soggetta al fenomeno dell’inversione termica in cui l’inquinamento prodotto dalle industrie, dai riscaldamenti e dal traffico, rimane intrappolato proprio dove vive la popolazione della città e delle sue frazioni più popolose. Una cornice perfetta per “la più bella città medievale”.

E ancora: "Se si tiene conto che, secondo un report dell’EEA (European Environment Agency) del 2011, i cementifici Barbetti e Colacem erano nell’ordine il primo e il secondo in Italia per danno ambientale e tra le 622 industrie che hanno creato maggior danno all’ambiente in Europa, si può comprendere la preoccupazione degli abitanti del territorio. La particolarità di questi stabilimenti è che, oltre tutto, sono DUE, cumulando emissioni che vengono raddoppiate; inoltre sorgono praticamente all’interno della città: uno a ridosso della frazione più popolosa del comune, Padule, e l’altro a meno di un chilometro dal centro, in prossimità di scuole, come quella nel cui piazzale avverrà il presidio di protesta. Nessuno ha mai detto che le Cementerie debbano chiudere, si chiede di usare combustibili più rispettosi dell’ambiente e della salute. L’Umbria che si auspica è quella degli Ecodistretti e non quella dell’immondizia che non tiene conto dell’identità di una regione ricca di città d’arte. E a Gubbio che si fa? Si progettano visite guidate che comprendano oltre al Palazzo dei Consoli e al Teatro Romano anche le ciminiere?"

Sul piano rifiuti anche il Movimento 5 Stelle umbro va all'attacco della Regione: "Quando la politica non ascolta, i cittadini si mobilitano. Come Movimento 5 Stelle - dice il consigliere regionale pentastellato Thomas De Luca - saremo presenti ed invitiamo tutti i cittadini umbri a partecipare alle iniziative organizzate dai comitati umbri e associazioni ambientaliste riunite sotto questa battaglia comune. Una mobilitazione regionale che vede i cittadini umbri solidali e uniti nel chiedere finalmente l'adozione di un Piano regionale che vada in direzione della sostenibilità e dell'economia circolare. La direzione indicata dalle nuova politiche europee parla di transizione ecologica e rifiuti zero, senza incenerimento e discariche. Altro che CSS nei cementifici, come nei progetti della giunta Tesei per il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentati al governo. La Regione vuole spendere 50 milioni di euro per costruire impianti obsoleti. Con gli stessi soldi si potrebbero realizzare impianti a massimo recupero di materia, in grado di creare una filiera produttiva e migliaia di posti di lavoro".

Non mancano le critiche nemmeno sulla mancata riattivazione del Registro Tumori: "Uno strumento essenziale di prevenzione soprattutto nelle aree più esposte al rischio di inquinamento - prosegue De Luca - dove le incidenze di malattie gravi sono percentualmente più alte nella popolazione. Avevano detto che avrebbero riattivato il Registro Tumori in dieci giorni, poi entro un mese. È passato un anno e ancora non ci sono risposte. I cittadini sono stufi e reclamano il diritto a un'Umbria che sia in grado di tutelare il diritto alla salute anche attraverso un piano di prevenzione primaria dalle  esposizioni inquinanti. Non possiamo perdere la grande occasione che ci viene offerta dal Recovery Plan. Economia circolare e transizione energetica senza fossili sono i punti cardine di uno sviluppo sostenibile che tuteli l'ambiente. Altro che tutelare gli interessi di pochi cementieri e proprietari di discariche e inceneritori. Per questo - conclude il consigliere regionale pentastellato - l'Umbria scende in piazza e noi saremo in prima linea".

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