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Martedì, 16 Aprile 2024
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#FerroGommaShow - Treni soppressi, aeroporto chiuso, incubo strade e l’isolamento che avanza

Fase 3: la ripartenza dei trasporti in Umbria, tra pochi exploit e molte preoccupazioni

L’Umbria, regione tradizionalmente isolata, si sta avviando a essere ancora più isolata nel prossimo futuro? Certamente la Fase 3 del post Covid ancora è lenta ad affermarsi, ma se il buongiorno si vede dal mattino, al momento sembra che il cielo sia colmo di nuvole. Di fatto, forse per la prima volta in Umbria, più o meno tutte le associazioni, i sindacati, gli esperti ed i comitati sono scontenti della timidezza con cui la regione sta tornando alla normalità.

Per Italia Nostra risulta incomprensibile la mancata ripartenza del Frecciarossa Perugia – Milano, così come, per tramite del proprio massimo esponente in Umbria, l’architetto Luigi Fressoia, sono stati espressi forti dubbi sulla questione della scuola di volo all’aeroporto internazionale dell’Umbria. “Tabelline alla mano, con i 210 allievi stimati dalla scuola di volo, questa occuperebbe le strutture per 168 ore al giorno. Perugia e l'Umbria sarebbero destinati a perdere il flusso di passeggeri. La scuola di volo non potrebbe che occupare l'aeroporto per tutto il giorno. Hanno già approvato apposita variante al piano regolatore” spiega Fressoia su Facebook.

Dall’altro lato della provincia di Perugia, verso nord, è dalle terre “irredente” dell’Alta Valle del Tevere che giunge l’allarme lanciato dall’associazione “Il Mosaico” e dal comitato “Pendolari Stufi” riguardo le condizioni dell’unica tratta operativa della ex Fcu. “Piante sui binari, servizi sempre più scadenti, pendolari dimenticati e senza ancora la possibilità di accedere ai rimborsi”: questi i principali punti portati avanti da Annalisa Costa, presidente del comitato viaggiatori dell’Alto Tevere. Un maggior raccordo tra treno e autobus, ed il rifacimento dell’orario sulle reali esigenze dell’utenza sono invece ulteriori richieste avanzate alla Regione Umbria, a testimonianza di un forte disagio che si respira nelle terre della vallata. Sia “Il Mosaico” che il comitato “Pendolari Stufi” hanno poi proposto l’istituzione di nuove corse veloci con Perugia, con al massimo 4 fermate lungo il percorso, onde poter superare le persistenti criticità ancora legate alle riduzione di velocità a causa delle mancanze infrastrutturali della ex Fcu.

Dall’altra parte delle colline, lungo la Foligno – Terontola, imperversano invece i tagli dei treni su Firenze e Roma. Secondo Trenitalia trattasi di “normali strascichi dell’emergenza Coronavirus” e che “i treni che oggi risultano limitati nella percorrenza o soppressi, torneranno non appena crescerà la domanda”. Si può stare tranquilli dunque? In realtà no. La questione è semplice: le tratte lasciate libere dai treni Umbri verso sud, che oggi si attestano a Orte, e la scomparsa di alcuni regionali su Firenze, lasciano scoperte delle tracce orarie lungo la Direttissima Alta Velocità Roma – Firenze che da anni fanno gola al mercato, e alle regioni confinati, per potervi inserire tracce orarie più redditizie. Di fatto molti fuori dall’Umbria avrebbero di che festeggiare se le tracce dei nostri treni regionali potessero essere utilizzate per nuove corse di treni a mercato, come Frecce o Italo, su relazioni ben più strategiche per le grandi città del nord e del sud. Ovviamente a quel punto difficilmente si potrebbero reclamare indietro qualora la domanda dovesse “tornare a crescere”, azzerando di fatto le poche conquiste di trent’anni di tentata emancipazione dagli interessi di Marche, Lazio e Toscana, che storicamente sono da sempre i veri cripto – signori del trasporto su ferro in Umbria.

Nel cuore verde d’Italia purtroppo non va meglio sulle strade. Sia la provincia di Perugia sia quella di Terni fanno i conti con i cantieri lungo la E45, con il capoluogo alle prese anche con quelli lungo il raccordo con Perugia- Bettolle. Eppure a Perugia, per quanto possa sembrare strano, la situazione è migliore che non tra Terni e Narni dove, la chiusura del viadotto Montoro per il pericolo di crolli, ha devastato la mobilità locale al punto da spingere Anas e Regione Umbria a correre ai ripari e stabilire degli itinerari alternativi per il traffico veicolare in funzione delle varie destinazioni finali. Ma non era possibile evitare tutti questi disagi? Dato che sia in Fase 1, che in Fase 2 Anas ha continuato ad operare, e a Genova è stato addirittura ripristinato il ponte Morandi, veramente non si potevano fare tutti i rilievi ed i lavori nel momento in cui il traffico veicolare era ridotto al minimo invece di aspettare la Fase 3?

Nel frattempo, pur non essendo cambiato nulla per le corse degli autobus garantiti dal contratto regionale di servizio, sono invece tornati a crescere i collegamenti operati da Flixbus. Evidentemente, nel vuoto lasciato da ferrovia e aeroporto, il noto operatore low cost degli autobus, ha trovato delle condizioni ottimali per crescere.

A controbilanciare quanto sopra, l’assessore Regionale ai trasporti Enrico Melasecche ha assicurato che non solo l’aeroporto riaprirà presto, che il Frecciarossa ripartirà con tanto di nuova fermata a Terontola a servizio del Trasimeno (o dei toscani?), ma che nascerà un nuovo collegamento ferroviario regionale per raccordare il Frecciarossa con Assisi e Foligno, e che i lavori sul viadotto Montoro a Terni saranno celeri per consentire all’Umbria di affrontare adeguatamente la ripartenza da Fase 3.

In conclusione, se volessimo usare un paragone botanico, attualmente l’Umbria è come un orto afflitto da lustri di incuria, e di decisioni palesemente errate, che, dopo un periodo di carestia, si ritrova a fare i conti con il rischio di ulteriori disagi, senza che la produzione sia nel frattempo migliorata. Pertanto tutti gli umbri non possono che auspicare che la presidente Donatella Tesei, eletta da 7 mesi nuova Signora del podere su cui l’orto sorge, assieme all’ “ortolano” Melasecche possano finalmente dimostrare in Umbria l’aria è veramente cambiata, e che possiamo ben sperare in un più deciso ed incisivo rilancio dei trasporti, in un momento in cui, più che di equilibrati statisti, la regione ha bisogno di leader decisi e risoluti per non rischiare di ritrovarsi come prima, se non peggio.

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