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Venerdì, 19 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Italia Nostra boccia il metrobus: "Non è la soluzione, non fatevi ingannare"

Il presidente nazionale Luigi Fressoia: "Attenti, amici, il metrobus non è il tram-treno"

“Errare humanum, perseverare diabolicum”. Questo il senso di un intervento col quale, il presidente nazionale di Italia Nostra Luigi Fressoia, urbanista ed esperto di trasportistica, mette in guardia dalle bufale in materia di mezzi di locomozione pubblici.

“Attenti, amici, il metrobus non è il tram-treno”. Già, perché non siamo sicuri che il civis perusinus (come pure quello italicus) sappia cogliere le differenze, che ci sono e… cospicue! Allora, una parola di chiarezza andrà pur detta. “Per non ripetere la catastrofe del Minimetro” (almeno sul piano dei costi assai elevati). Perché le perplessità su quel PUMS (sul quale è già intervenuto criticamente l’architetto Mauro Monella) potrebbero rivelarsi fondate e quella scelta una panzana, in nome di un’efficienza che si scioglie come neve al sole.

“La soluzione non è certo il metrobus”.

Che roba è? Vien da chiedersi.

“Niente di rivoluzionario: semplicemente un autobus un po’ più lungo, ma anche più impattante degli attuali autobus urbani”.

Ma allora non serve? Pare proprio di no.

E Fressoia spiega come e perché. “È un mezzo su gomma. Ma il prefisso “metro” può trarre in inganno, perché non si tratta affatto di una metropolitana. Non marcia su rotaia, ma cammina su gomma e… toccherà realizzargli una carreggiata apposita”.

Ma quello che soprattutto irrita il presidente di Italia Nostra è il fatto che non sarà possibile salire su questo mezzo e giungere a destinazione. Ci saranno, infatti, “rotture di carico” (per non definirle diversamente): ossia si dovrà scendere e salire su un altro mezzo, con comprensibile disagio di attese e fastidi.

“Oggi – dice Fressoia – le città europee sono molto lanciate sulle nuove generazioni di Tram (detti Metrotram o Metrotramvie) perché sono silenziosi, eleganti, comodi. Ma soprattutto, una volta installati i binari sui viali da un versante all’altro delle città, consentono l’eliminazione della Rottura di Carico: chi sale in un punto più o meno estremo di una periferia (lato est, per esempio), potrà raggiungere gli alti versanti ovest, sud o nord, senza mai cambiare e, per di più, sempre passando per il Centro”.

E cita il caso di Firenze “che sta procedendo bene in questa direzione: ha già costruito due linee (sulle quattro previste), tutte passanti per il suo Centro Storico”.

E Perugia?

Osserva polemico l’architetto: “A Perugia il TramTreno è stato proposto dal convegno di Marzo 2018, organizzato da Italia Nostra e dal Comitato Ultimo Treno, Associazioni che però non hanno avuto l’onore di essere almeno consultate dagli scienziati del Pums”.

Conclusione amarissima: “È sconfortante costatare che la scelta del Pums circa il Metrobus suona come già decisa a priori: da un pezzo, figura perfino nel Piano Regionale Trasporti. Decisione già imposta da tempo, di cui la cosiddetta ‘partecipazione’ sembra fungere da foglia di fico”.

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