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Tagli bus, Mancini (Lega) attacca la Regione: "Non può essere una giunta in scadenza a delineare il futuro dei trasporti in Umbria"

Non vorrei che alla base di certe scelte ci siano battaglie politiche mirate a rendere la vita difficile alle nuove amministrazioni comunali recentemente costituite e al futuro governo regionale

Valerio Mancini, capogruppo della Lega in Regione, va alla carica. L'annunciato taglio alle corse degli autobus e l'ipotesi riduzione di personale agitano queste giornate di fine giugno, con l'esponente leghista in prima linea a rinvendicare, tra le altre cose, un ruolo di interlocutore, visti gli equilibri del governo nazionale che, dice, al contrario gli è stato negato. "L’assessore Chianella, su mandato della Giunta, convoca sindaci, Anci e Upi, mentre fuori ci sono lavoratori e sindacati preoccupati per i tagli previsti dalla delibera di giunta n. 632 sul trasporto pubblico locale. Dalle notizie di stampa di queste ore la situazione appare estremamente preoccupante con 350 lavoratori in esubero e pesanti tagli al servizio; pertanto il sottoscritto si riteneva ampiamente legittimato a interessarsi della questione. In un quadro politico “normale” un’attenzione istituzionale sarebbe stata ben apprezzata, tra l’altro sollecitato dalle stesse parti sociali, che evidentemente sanno che al governo nazionale c’è la Lega e che la recente tornata amministrativa ha cambiato il quadro politico di tantissimi importanti comuni dell’Umbria, ma l’assessore Chianella non ha accettato il mio contributo costruttivo chiudendo ogni possibilità di dialogo. Anziché trovare un clima di collaborazione per la grave vertenza in atto, l’assessore Chianella ha specificato che si trattava di una riunione “riservata”. Il problema del trasporto pubblico appartiene a tutta la comunità umbra e non può essere discusso in un ufficio alla presenza solo di un assessore ormai fuori dalla Regione". 

"Perché l’assessorato ai trasporti ha voluto scaldare un’estate che già si preannunciava bollente? Per quali ragioni si mettono in discussione posti di lavoro, qualità del servizio, aumento del costo del trasporto (biglietti e abbonamenti)? -  incalza il consigliere regionale - Sono queste le domande che rivolgo all’assessore e delle quali non ho avuto risposta per il semplice fatto che il problema del trasporto pubblico è un fatto “riservato”. Ritengo che tali scelte non possano essere prese da una giunta ormai priva anche del presidente eletto dai cittadini.
Non possono essere amministratori regionali nominati e in scadenza a delineare il futuro dei trasporti regionali dei prossimi anni. La fretta di procedere ad una gara che andava espletata già nel 2012, in seguito alla cessione dell’azienda unica regionale del trasporto Umbria Tpl e Mobilità Spa a favore del gruppo FS, da cosa dipende? Non vorrei che alla base di certe scelte ci siano battaglie politiche mirate a rendere la vita difficile alle nuove amministrazioni comunali recentemente costituite e al futuro governo regionale". 
"Reputo la giunta regionale prima responsabile di questo immotivato caos trasporti. L’assessore che ha chiuso le ferrovie in Umbria e reso la rete viaria regionale da terzo mondo, sarà capace di trovare le risorse finanziarie pari a 34 milioni di euro nell’assestamento di bilancio ed evitare che a pagare la loro incapacità amministrativa siano Comuni, lavoratori e cittadini?".

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