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Il furto della cornice e quel colpo di pistola: la storia della tela di San Lorenzo

I ladri, disonesti ma ignoranti, hanno rubato quella cornice, lasciando (per fortuna) in loco la tela, sottoposta a un accurato restauro e oggi ammirata al duomo

Abbiamo raccontato in esclusiva la storia della tela di San Lorenzo, oggi esposta in cattedrale (foto). In sintesi: un reparto delle truppe tedesche in ritirata era acquartierato in quella chiesetta e un tedesco, forse ubriaco, sparò un colpo di pistola al cuore di quella tela che rappresentava il santo intestatario della chiesa della Rabatta.

La circostanza è documentata dal fatto che la restauratrice trovò, in corrispondenza del buco, qualche sbruciacchiatura (generata dal calore del proiettile) e dei pezzi di giornale in lingua tedesca (di datazione 1945) coi quali qualcuno aveva cercato di risarcire quel foro.

La ricostruzione è ineccepibile. Ora ci giunge una testimonianza che propone uno scenario analogo, con l’aggiunta di un particolare.

Il dottor Piero Calzoni ci dice: “È plausibile l'ipotesi dello sfregio di cui tu parli, ma potrebbe anche essere il frutto di uno dei proiettili indirizzati verso la Chiesa dalle truppe tedesche, e dei quali si possono ancora vedere i segni sulla facciata. Il proiettile potrebbe essere penetrato attraverso il rosone (che a quell'epoca c'era) andando a colpire proprio "il cuore di San Lorenzo" la cui tela era collocata sopra l'altare maggiore, in diretta corrispondenza con il rosone”.

Ipotesi assai realistica, che condivido. Ma, si dirà, quale rosone? Oggi non c’è traccia di rosoni. Risposta: “Quello che stava in facciata, ma che oggi non c’è più, dato che è stato rubato. Sussistono testimonianze storiche concordi sulla sua esistenza”.

Dunque, furto numero uno: il rosone in pietra. Ma di furti, in San Lorenzo della Rabatta, ce ne sono stati parecchi. Il secondo è proprio quello della cornice seicentesca nella quale era incluso quel San Lorenzo oggi in cattedrale. Ed ecco il furto numero due. Insomma: i ladri, disonesti ma ignoranti, hanno rubato quella cornice, lasciando (per fortuna) in loco la tela, sottoposta a un accurato restauro e oggi ammirata al duomo. Quegli scellerati hanno preferito il contenitore al contenuto, per nostra fortuna.

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