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Pavone, 'temporaneamente chiuso'… fino a quando? Lo sfogo appassionato dell’Associazione Porta Eburnea. Attraverso le parole di Manuela MigninI

Pavone, “temporaneamente chiuso”… fino a quando? Lo sfogo appassionato dell’Associazione Porta Eburnea. Attraverso le parole di Manuela Mignini. Che in un toccante post evoca un nostalgico “come eravamo”

Scrive: “Abbiamo iniziato a parlare del Teatro del Pavone [come Associazione], già l’anno scorso…Il Pavone è stato, negli ultimi anni, soprattutto un Teatro polifunzionale, di grande empatia con la città”.

Bomboniera e contenitrice di arte e bellezza. “Ha visto lo svolgimento di Concerti per Umbria Jazz, incontri ambitissimi per il Festival del Giornalismo, Feste e una Stagione di Operette, come “Il cavallino bianco”, “La vedova allegra” e “Cin cin la’” in cartellone, con il tutto esaurito, che ha riportato nella città lo spirito brillante, che si respirava nei teatri di Vienna e Parigi, alla fine dell’800”.

Quando si giocava la mega tombola, dai primi del Novecento fino a circa 30 anni fa. E lo si potrebbe fare ancora.

“Va ricordata – aggiunge Manuela Mignini – una tombolata gigante per tutto il Corso Vannucci nel 1985 fino ai giardini Carducci, con addirittura una macchina della tombola ideata da Bepi Vicarelli Saluzzo, fatta costruire da valenti artigiani, richiusa ora negli scantinati del teatro, pronta a riemergere per la felicità di tutti i cittadini”.

Il cinema (proiezionista Peppino Gatti!). “Noi ragazzini degli anni ’60-70 lo vivevamo prevalentemente come cinema, anzi eravamo lo zoccolo duro dei suoi spettatori. Il nostro era lo spettacolo del pomeriggio. L’appuntamento alle 16, in Piazza della Repubblica”.

Ascoltare l’ultimo 45 giri da Ceccherini. Chi arrivava prima, passava il tempo andando da Ceccherini (direttore Ledo Lazzerini IL PERSONAGGIO Cento anni in musica e per la musica: auguri Ledo Lazzerini, fondò la Perugia big band (perugiatoday.it)), alla famosa e amatissima cabina, a sentire l’ultimo 45 uscito fresco fresco, dell’Equipe 84 o dei Beatles. Andavano alla Libreria Simonelli i più ‘intellettuali’” (per vero o per finta, ndr).

Poi l’entrata al cinema, scrigno d’arte, bellezza, eleganza. Una volta arrivati tutti, si entrava in quello che era il Foyer del Teatro, dove era dislocata la biglietteria, sormontata da un enorme orologio alla parete. Si faceva la fila obbligata entro le eleganti transenne”.

Quelle vetrine con proposte di lusso. Nella grande sala le pareti erano occupate dalle bacheche che mettevano in mostra oggetti preziosi. Tutto era all’insegna del buon gusto. Fatto il biglietto, si passava, dopo il controllo della maschera, allo scalone ricoperto dalla guida, e già percepivi il clima di eleganza in cui stavi per entrare. Oltrepassato il pesante tendone di velluto blu pavone, ti trovavi dentro la Magia del teatro, odori, colori e suggestioni che ti arrivavano all’anima”.

Emozioni e incanto dell’età adolescenziale. “Eravamo adolescenti, non ti soffermavi sull’abbraccio elegante degli 82 palchi, ma lo sentivi, sentivi che sapeva ospitarci. Ma per noi ragazzi il bello era lo stare insieme e l’attesa di assistere ad uno spettacolo, il pathos creato dallo scambio di emozioni. Era un momento incantato, in cui spazialità, temporalità e umanità coesistevano, e convergevano a creare un momento di soddisfazione e piacere per ciascuno di noi e per tutti noi insieme”.

Straordinaria sintonia. “Si creava in quegli attimi una relazione stretta con quel luogo che ci faceva crescere: era un incontro riuscito, nel quale noi tutti ci ritrovavamo e ci saremmo ritrovati. Si sentiva, insomma, che quel luogo, da noi abitato, avrebbe protetto i nostri ricordi e salvaguardato il nostro futuro”.

Auspicio conclusivo. Per questo vogliamo, siamo in fremente attesa che questo luogo, questo Teatro/Cinema, riapra.

Notazione personale. Il quei palchi – aperti dalla maschera Elsa dietro complice mancetta – l’Inviato Cittadino ha provato la tenerezza di un bacio, lo sfiorare di una carezza, complice il buio e l’occasione (cercata) che fa l’uomo “ladro”. Ma il tutto con immensa dolcezza, resa più delicata dall’alone della memoria. Grazie, Manuela, per avercelo ricordato.

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