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INVIATO CITTADINO Quando la targa odonomastica cancella il personaggio

Nel ricordo di tre grandi perugini: Walter Binni, Giacomo Santucci, Serena Innamorati

Quando la targa odonomastica cancella il personaggio. Accade in via Lorenzo Spirito Gualtieri che nella targa metallica viene identificato come “Spirito Gualtieri”, quasi che si trattasse di un nome e cognome. Ma le cose non stanno affatto così.

Ce lo fa notare l’amico Emidio De Albentiis, storico dell’arte e già direttore dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia.

Ineccepibile il suo ragionamento. “Ma il grande umanista, sopraffino traduttore di Ovidio, si chiamava Lorenzo Spirito Gualtieri, come ancora si può leggere - pur senza rubricatura - in una sopravvissuta targa odonimica in travertino. Gli estensori dell'orrenda targa metallica avrebbero dovuto scrivere perlomeno "via L. Spirito Gualtieri" o, ancor meglio, "via Lorenzo S. Gualtieri".

Impossibile negare la circostanza. Aggiungo che il personaggio è di primissimo livello. Oltre che come latinista (pregio ricordato da De Albentiis), anche come poeta in volgare. Fu anche militare ed è conosciuto per il “Libro delle Sorti”, è un ludus divinatorius in cui si fanno previsioni in versi (una terzina in volgare per ogni tema) intorno ad aspetti della vita: la felicità, il matrimonio, la nascita di un figlio, la salute, la malattia.

Personaggio, dunque, poliedrico e meritevole di conoscenza. Ecco perché quella targa dà ancora più fastidio.

NOTAZIONE IDENTITARIA su tre grandi perugini: Walter Binni, Giacomo Santucci e Serena Innamorati. In via Lorenzo Spirito Gualtieri abitò con la sua famiglia il critico Walter Binni (che era nato al civico 1 di via della Cupa). Me ne riferiva il grande direttore-educatore Giacomo Santucci che aveva frequentato quella casa. Tanto da aver insegnato a leggere a Lanfranco (l’altro figlio era Francesco) figlio di Walter, ben prima che frequentasse le elementari. Quando Binni, eletto alla Costituente, si trasferì a Roma, Giacomo Santucci lo aiutò a impacchettare nei cartoni la copiosa biblioteca che avrebbe portato con sé. E che, per lascito testamentario, volle donare alla regione dell’Umbria. Oggi quei libri sono conservati alla Biblioteca Augusta nella modalità “sicut erat”, ossia nella disposizione in cui stavano nello Studio di Binni. L’operazione venne magistralmente seguita dall’indimenticabile amica Serena Innamorati, d’intesa con la vedova Elena Benvenuti e coi figli Francesco e Lanfranco. Tanto dovevamo: da perugini persuasi.

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