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Giovedì, 25 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Giro d'Italia a Perugia, striscione di benvenuto senza pace

Mattinata da delirio per quello striscione senza pace. Lo mettono, lo tolgono, lo rimettono, lo ritolgono. Ecco perché

Mattinata da delirio per quello striscione senza pace. Lo mettono, lo tolgono, lo rimettono, lo ritolgono. E alla fine lo mettono.

Quali le ragioni di questo “cava-e-metti”? Tutto è bene quel che finisce bene. Si fa per dire.

Dopo la prima collocazione sulla cancellata intorno alla Fontana, la contestazione. “È uno scempio: togliere immediatamente!”. E lo tolgono.

Poi si dice: “La Sovrintendenza ha autorizzato, in modo temporaneo, solo per un paio di giorni”. Così lo rimettono.

Ma stamattina sorge una nuova diatriba. Sta di fatto che l’Inviato Cittadino vede un giovane togliere il benedetto/maledetto striscione di benvenuto. Lo avevano appena messo. Come mai? Perché qui non ci deve stare. Chi lo dice? Mah, vattelapesca. C’è chi se la prende col Comune. Ma né la Municipale, né l’assessore Luca Merli, né solerte la funzionaria Simona Cortona ne sanno niente.

Ma allora, da dove parte l’ordine? Dove tutti comandano… nessuno comanda. Mah! sta di fatto che c’è chi dice: “La Rai lo trova impattante per le riprese. Meglio toglierlo” (e a noi pare una soluzione di buon senso, non solo di corrette riprese, ma di giusta valorizzazione della nostra Regina della Piazza).

C’è chi sbraita: “La Rai non conta niente e non deve decidere niente. È solo nostro partner (partner del Giro d’Italia, s’intende!).

E allora lo stendardo di benvenuto sale, insieme al cestello di un elevatore, sul terrazzo dei canonici, sopra le Logge di Braccio. Qui pare destinato a rimanere. E non ci sta neanche male.

E i musicisti che daranno l’abbrivio alla partenza dove li mettiamo? Si pensava di piazzarli vicino alla Fontana, ma non va bene. Finché prevale l’opinione (sensata!) di collocarli sul terrazzino dei Notari, lontani dal pubblico, ma ben visibili, e ben udibili.

Insomma, una gran confusione. Ma le posizioni si fanno ragionevoli, gli angoli si smussano, gli spigoli si ammorbidiscono.

Finché interviene un altro piccolo incidente.

Si vorrebbe inibire il passaggio della macchina del cardinale, mezzo di locomozione che ha il suo buon diritto di tornare nell’androne del Vescovado. “Sì, va bè, ma dove sta il contrassegno?”, sbotta il solito urlante. Pare cattivo di brutto!

“Ma come? Tutti sanno che è la vettura del cardinale e non c’è bisogno di contrassegno!”. “Questo lo dice lei!”. E giù discussioni, col povero autista incolpevolmente messo in mezzo.

Alla fine tutto si sblocca. Tutto si aggiusta. Tutto torna alla normalità. Ma quanta fatica!

Si dice in perugino: “L’ è voluta la bicicletta? Pedala!”.

Ma, come tutte le cose umane, anche il Giro finirà. Qualcuno dirà: “Peccato”. Altri diranno: “Meglio così!”.

Un soggetto per un film? L’Inviato Cittadino si trovava con due esperti della decima Musa: Fabio Melelli e Daniele Corvi. Se ne potrebbe fare un soggetto cinematografico? Certo è che ci hanno fatto già una pellicola con Totò. Questo, forse, farebbe più ridere.

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