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STORIE DI DONNE | Maria Angela Turchetti, una donna tra gli Etruschi: "Amo lavorare in squadra e so accettare le critiche costruttive; l'arte è per tutti"

La nuova Direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria, dell'Ipogeo dei Volumni e dell'annessa Necropoli del Palazzone, si è fatta "adottare" da Perugia dove si sente particolarmente a casa, essendo un'etruscologa, e dove porta avanti molti progetti all'insegna dell'inclusione e della trasversalità

Dal 2020 a Perugia il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e l’Ipogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone, due siti di inestimabile valore identitario per la nostra città, hanno una nuova Direzione dal volto di donna: è Maria Angela Turchetti, di origine senese, che in Umbria e in particolare nel capoluogo perugino, ha trovato una nuova “patria”.

“Nonostante l’inizio del mio incarico sia avvenuto in piena pandemia - ci racconta la Direttrice, che ha un curriculum notevole come archeologa ed etruscologa in particolare - al mio arrivo a Perugia mi sono subito sentita veramente accolta dalle istituzioni, dal Comune e dall'Università, dall’associazionismo e dal volontariato. Per questo non ho avuto difficoltà a sentirmi a casa in questa splendida città”.

Maria Angela Turchetti è arrivata in Umbria con nomina dal Ministero della Cultura, dal quale dipendono le Soprintendenze e la Direzioni regionali  Musei, suddivisione introdotta con la riforma Franceschini:
“Mi sono trovata davanti a una scelta - tra Soprintendenza e Musei, racconta - e ho chiesto io di poter lavorare nell’ambito museale perché amo il contatto con le persone. E questo, nei contesti che ho l’onore di dirigere, è fondamentale. Inoltre credo fortemente che un museo non sia solo per gli studiosi o gli addetti ai lavori, ma debba essere reso godibile e fruibile a tutti. Anche per chi non ha una preparazione strettamente archeologica è importante conoscere le proprie origini e apprezzare la multiforme varietà di soluzioni che l'uomo nei millenni ha cercato di attuare di fronte ai problemi di sempre e alle grandi domande che da sempre l'umanità si pone. E la sinergia pubblico privato anche nei musei è fondamentale. Penso ad esempio all’Ipogeo dei Volumni, dove in collaborazione con il Comune e grazie al Pinqua (progetto innovativo della qualità dell'abitare) che darà un volto nuovo al quartiere, potremo valorizzare al meglio, in piena condivisione con le associazioni operanti sul territorio, anche il parco archeologico, con l'impiego delle più moderne tecnologie e un' accessibilità ampliata a tutti i tipi di pubblico. Sposo pienamente infatti anche l’idea che l’arte debba essere inclusiva e in grado di far partecipare tutti”.

Dottoressa Turchetti, che cosa significa per una donna avere un incarico importante come il suo? A quali sacrifici bisogna essere disposti?

“Non è mai facile avere un forte senso del dovere sul lavoro e conciliarlo con la famiglia e con le esigenze quotidiane della vita personale. Noi donne abbiamo a volte l’onere di doverci dimostrare sempre al top, ma questo non mi ha mai spaventato, ho affrontato ogni progetto o iniziativa con passione e ho sempre aggiunto un pizzico di entusiasmo in più, che ti fa superare ogni fatica. Certo, specialmente quando hai un ruolo di responsabilità, se vuoi fare un buon lavoro, la vita personale un po’ ne soffre, e questo per una donna è un elemento da considerare. Ma credo che noi donne siamo anche capaci di essere molto concrete, puntare agli obiettivi, volerli realizzare tenendo conto non solo dei contenuti professionali ma anche dei valori aggiunti che rappresentano, come l'umanità, la partecipazione, l’inclusione. Chi fa il mio lavoro deve essere al servizio della collettività”.

Come si comporta davanti a decisioni difficili da prendere sul lavoro?
“In genere faccio dialogare la mente e il cuore. Un'iniziativa, un'idea, un progetto validi, se c’è un valore aggiunto io vado per quella strada. Se la squadra di lavoro ha la voglia di raggiungere un obiettivo serio e di spessore e  ha ben chiari anche i valori umani, per me questa è la scelta da perseguire. E’ lì che mi butto. E se si sbaglia in qualche cosa, si può correggere e farne tesoro! Non sono permalosa, accetto le critiche purché siano costruttive e le uso per crescere e migliorare …”.

Cosa consiglierebbe ai giovani che desiderano studiare archeologia?
“Ai giovani che scelgono l’archeologia dico: se ci credono e adorano la professione in sé e amano il proprio passato e lo sentono come vivo, dico che è giusto che perseguano con convinzione questa strada. La famiglia non deve passare in secondo piano, ma con l’entusiasmo e la passione che ti guidano si può arrivare quasi a tutto”.

Sappiamo che in cantiere ci sono molte iniziative, tra MANU e Ipogeo dei Volumni: ci può anticipare qualcosa?

“Credo molto nella modalità collaborativa e amo costruire un progetto dalla A alla Z,  oltre che con le Istituzioni, con le associazioni, i giovani e le scuole. In questa direzione va anche il progetto dedicato a maternità e infanzia finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che prenderà il via proprio in queste settimane, iniziando dalla progettazione della mostra e per tutta la sua durata tra 2022 e 2023, con convegni, congressi, conferenze, visite guidate e laboratori didattici. Il tema sarà La via lattea, pensando alla maternità attraverso i secoli e alle sfide che hanno affrontato (e che devono affrontare) le donne di ogni epoca storica. E dedicando una speciale attenzione ai bambini e ai giovani. Inoltre il 30 settembre verrà inaugurata una nuova esposizione all'Ipogeo dei Volumi dedicata alla famiglia Cai Carcu, mentre continuano i festeggiamenti e le iniziative della ventesima edizione di Velimna, curata dalla Associazione Pro Ponte, che proprio dall'Ipogeo anche quest'anno ha preso il via, all'insegna della più stretta sinergia e condivisione".

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