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Vi racconto la storia del Tricolore. Parole e suggestioni dello storico Gian Biagio Furiozzi

Dai due giovani patrioti bolognesi agli atti di eroismo e l'evoluzione nella storia di'Italia

Vi racconto la storia del Tricolore. Parole e suggestioni dello storico Gian Biagio Furiozzi.

Gian Biagio ho letto il tuo saggio “Storia del Tricolore” che ritengo di estremo interesse. Ci racconti l’origine della nostra bandiera nazionale?

“Gli ‘inventori’ sono due ragazzi, Luigi Zamboni e Gian Battista De Rolandis i quali, in occasione di una manifestazione antipapalina, lanciarono coccarde tricolori in teatro”.

Che fine fecero i due?

“Vennero arrestati dalla polizia pontificia. Gian Battista De Rolandis finì impiccato nella Piazza del Mercato di Bologna il 23 aprile 1795. Luigi Zamboni venne trovato morto nella cella del carcere di Bologna, ucciso da detenuti, forse al soldo della polizia”.

Quale il significato dei colori?

“Si dice che il verde rappresenti la vegetazione delle colline, il bianco le nevi alpine, il rosso il sangue versato dai patrioti”.

Allegoricamente?

“Le tre virtù teologali: il verde per la speranza, il bianco per la fede, il rosso per la carità. Invero, Zamboni, bolognese, scelse il bianco della sua città. De Rolandis, astigiano, il rosso. Per il verde si fa riferimento alla fodera delle coccarde”.

Poi c’è la Lombardia e la questione delle Repubbliche, vero?

“Esatto. Coccarde tricolori per la Guardia Nazionale milanese, poi la Repubblica Cispadana (1796) che adotta i tre colori, ma a bande orizzontali. Poi, nel 1797, la repubblica Cisalpina che riunisce la Cispadana e la Transpadana. Con alcune variazioni di figura (quadrato e rombo). Quindi la Repubblica Romana e quella Partenopea”.

E poi?

“Il Tricolore ricompare nei moti piemontesi del 1821 e in quelli modenesi (Ciro Menotti) del 1831. Nel 1835, Garibaldi lo porta in Sudamerica. Poi ci sono le Cinque giornate di Milano con fazzoletti e coccarde tricolori e perfino nella mantella del vescovo Carlo Romilli, che per questo ci rimise la nomina a cardinale”.

E l’anno delle rivoluzioni?

“Nel 1848, il Regno di Sardegna adotta il tricolore come bandiera di Stato e Carlo Alberto vi aggiunge lo stemma sabaudo. Poi il tricolore compare nel Graducato di Toscana, nei ducati di Modena, Reggio, Parma e Piacenza. Perfino lo Stato della Chiesa concesse l’uso di cravatte tricolori. E addirittura Ferdinando di Borbone. Salvo ripensamenti successivi”.

E arriviamo alla Repubblica romana del 1849.

“Il Tricolore va in Crimea con i 15 mila soldati piemontesi. Segue la sfortunata impresa di Carlo Pisacane e quella dei Mille. L’avevano ricamato per Garibaldi le donne di Valparaiso. Il tricolore sventolò perfino nella Guerra di Secessione, coi Nordisti della Garibaldi Guard”.

E veniamo al Regno d’Italia.

“Nel 1861 il Tricolore diviene bandiera ufficiale dello Stato Unitario”.

Hai anche un aneddoto gustoso e ignoto ai più, vero?

“Durante la Terza Guerra d’Indipendenza, nel 1866, mentre gli Austriaci stavano per impadronirsene, i soldati tagliarono la bandiera in 13 pezzi e se li nascose ciascuno nella divisa. Alla fine della guerra, se ne ritrovarono 12, sufficienti a ricostruirla”.

Veniamo alla fine dell’Ottocento.

“Nel 1882 nella baia di Assab fu issato il tricolore. E il campione di ciclismo Giuseppe Loretz indossò la maglia tricolore. Senza dimenticare che la pizza creata in onore della Regina Margherita utilizzava il verde del basilico, il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro”.

Prima guerra mondiale.

“Gli aerei portano le insegne tricolore. Treni e stazioni brulicavano di bandiere. Nel 1918, D’Annunzio lancia su Fiume migliaia di volantini tricolore e lo adotta, una volta presa la città”.

Quale il rapporto del fascismo col tricolore?

“Il Fascismo lo usa per celebrare la vittoria e per opporsi alle bandiere rosse dei comunisti, con falce e martello. Nel 1923, gli scolari rendono omaggio al tricolore col saluto romano e cantando inni patriottici. Lo stabilisce il Ministero con apposita circolare. Nel 1925 si porta lo scudetto tricolore sulle maglie dei calciatori. Nello stesso anno, Mussolini prova a far inserire nel tricolore il simbolo del fascio, accanto allo scudo sabaudo, ma il re si oppone”.

Eventi memorabili?

“Nel 1926, la bandiera italiana viene piantata al Polo Nord dalla spedizione di Nobile-Amundsen. Nell’agosto 1933, la trasvolata atlantica di Italo Balbo trova ad accoglierla, a New York, un profluvio di bandiere. Esposizione di bandiere anche per i campionati del 1934 e 1938 vinte dalla nostra nazionale di calcio. E poi sbandieramenti a iosa sui treni che portavano i coloni nelle città fondate dal Regime (Sabaudia, Guidonia, Littoria). Anche nella conquista di Addis Abeba, il tricolore celebra la nascita dell’impero coloniale”.

Veniamo alla Resistenza.

“Il CLN adotta il tricolore con una stella. Mussolini lo fa adottare anche dalla repubblica Sociale Italiana ma, (per ripicca col re che lo aveva fatto arrestare) senza stemma sabaudo, però con Giuseppe Mazzini”.

E parliamo della Repubblica.

“Il 19 giugno 1946 De Gasperi decreta il tricolore come bandiera ufficiale della Repubblica. Eliminando però lo stemma sabaudo. Nel novembre 1947, la Marina Militare inserisce al centro del tricolore gli stemmi delle antiche Repubbliche Marinare”.

Dopo gli anni Cinquanta?

“Nel 1953 i triestini usano il tricolore contro la Jugoslavia. Sul K2, Compagnoni e Lacedelli issano il tricolore. Al passaggio di Coppi e Bartali si sventola, come nelle Olimpiadi di Roma del 1960, e alle vittorie di Alberto Tomba negli anni Novanta. Per non parlare dello scialo di tricolori in occasione della pandemia 2020”.

Parlaci della Festa del Tricolore.

“Il 31 dicembre 1996 si istituisce per legge la Festa del Tricolore da tenersi il 7 gennaio, per ricordare che il 7 gennaio 1997 si festeggiarono a Reggio Emilia i 200 anni della bandiera”.

L’abbandono.

“La contestazione studentesca degli anni Sessanta e Settanta abbassò l’interesse per la bandiera e fu addirittura abolita la sfilata del 2 giugno, considerata guerrafondaia. Poi il rilancio con Ciampi che rivalutò anche l’Inno di Mameli che gli Italiani non conoscevano”.

Quali le regole oggi?

La bandiera viene esposta nei pubblici Uffici, spesso accompagnata da quella europea a 12 stelle. L’esposizione è obbligatoria nelle feste del 2 giugno (Festa della Repubblica), 4 novembre (anniversario della vittoria), 9 maggio (giornata dell’Europa e fine della Seconda Guerra Mondiale). E ancora il 28 settembre (4 giornate di Napoli), 4 ottobre (San Francesco, patrono d’Italia), 24 ottobre (Giornata delle Nazioni Unite).

Quanto ai reati?

“È reato vilipendere la bandiera (fu condannato un nostro politico che invitò a pulircisi il …) e disprezzarla in altri modi”

Caratteristiche e obblighi correnti?

“Il Presidente della Repubblica ha lo stendardo tricolore bordato d’azzurro. Una recente circolare ministeriale ha stabilito che i sindaci, nelle cerimonie ufficiali, debbano indossare la fascia tricolore sulla spalla destra, col colore verde dalla parte del capo”.

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