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INVIATO CITTADINO Stagione teatrale al Cucinelli. Una programmazione di respiro internazionale, capace di coniugare arti e cultura

Si comincia con l’Otello al femminile, prodotto dallo Stabile e allestito a Solomeo. Una metafora del male come elemento connotativo dell’avventura esistenziale

Stagione teatrale al Cucinellli. Una programmazione di respiro internazionale.

Si comincia con l’Otello al femminile, prodotto dallo Stabile e allestito a Solomeo. Una metafora del male come elemento connotativo dell’avventura esistenziale (20-22 ottobre).

Una serie di coppie. Se non strane, certamente imprevedibili. Come quella costituita da Elio Germano e Teho Teardo sul 33.mo del Paradiso. Una celebrazione dantesca alla ricerca dell’indicibile.

E poi gli omaggi ai grandi del mondo dell’arte e della cultura, sulla scia di quanto già fatto nelle precedenti edizioni. Per la coreografia il grande Teshigawara (Leone d’oro alla carriera di Venezia 2022) che colloquia coi geni del pentagramma :Mahler, Beethoven, Mozart, Bach.

Fra i grandi del milieu culturale italiano, il dialogo di Corrado Augias – in coppia con Aurelio Canonici al pianoforte – con quanti (poeti, scrittori, musicisti) hanno trovato nella Luna fonte d’ispirazione.

Il vaudeville proposto dalla strana coppia Massimo Dapporto e Antonello Fassari ironizza su vezzi e vizi di una borghesia ipocrita e perbenista.

Per i più piccoli – ma è uno spettacolo per tutte le età – lo Stevenson de ‘L’isola del tesoro’ in versione marionette.

Coppia inedita quella di due mostri sacri del palcoscenico come Umberto Orsini e Franco Branciaroli, in dialettica contrapposizione in “Per un sì o per un no”, dal testo della francese Nathalie Sarraute.

Ancora la novità di “Brevi interviste con uomini schifosi” in cui si racconta la debolezza di un maschio autoreferenziale e anaffettivo.

Una performance poetico-musicale quella di Rossy de Palma (attrice iconica di Almodóvar) che, insieme alla performer Pi Piquet, propone Alda Merini in uno spettacolo pensato per il Cucinelli.

Chiude la stagione (il 15 giugno) “La douleur” della Duras con Dominique Blanc, pluripremiata attrice d’oltralpe.

Commenta Federica, consorte del re del cachemire e contitolare della Fondazione: “È bello rivedere gli attori muoversi per il paese e intessere un dialogo con le persone. È un teatro della verità umana, delle relazioni valoriali”.

Chiosa: “Solomeo effervescente, che recupera la voglia di condividere esperienze e rapporti, troppo a lungo inibiti dalla pandemia”.

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