Novantamila umbri non hanno i soldi per mangiare e la legge regionale sullo spreco alimentare è inattuata
Il consigliere regionale Marco Squarta (FdI): "Dopo un anno ancora non si è fatto nulla per raccogliere il cibo invenduto e distribuirlo a chi ha bisogno"
Novantamila persone in povertà assoluta con difficoltà a portare a tavola il pranzo o la cena. Un aiuto immediato potrebbe venire dalla legge sullo spreco alimentare (per recuperare pasti dalle mense, dai ristoranti e simili), ma che pur essendo approvata, non è stata attuata.
“È trascorso più di un anno da quando è stata approvata la legge contro lo spreco alimentare e la Giunta non ha ancora fatto nulla per attuarla praticamente - afferma il portavoce del Centrodestra a Palazzo Cesaroni, Marco Squarta. In Umbria, secondo la Ires Cgil, circa 90 mila persone vivono tra una situazione di povertà assoluta e povertà relativa, ma alla Regione, che non sembra minimamente preoccuparsi di questo fenomeno”.
L'esponente di Fratelli d'Italia contesta la mancata attuazione pratica della legge: “Per spreco alimentare, generalmente, si intende quella parte di cibo che non viene consumata e finisce nella spazzatura. In Umbria non è ancora stato costituito nessun network operativo per raccogliere i prodotti invenduti della grande distribuzione, dei ristoranti e delle mense per ridistribuirli a fini di solidarietà sociale in favore di persone in situazioni di disagio sociale. Lo spreco continua, non è partita nessuna donazione costante di prodotti di largo consumo da donare per finalità sociali - prosegue - Articoli non più vendibili secondo gli standard commerciali ma ancora buoni e sicuri, dal pane all'ortofrutta fino agli altri confezionati”.
Un atteggiamento che per Squarta contrasta fortemente con la celerità con la quale “la Giunta ha modificato il testo unico di sanità e servizi sociali creando un nuovo fondo per interventi a tutela dei bisogni essenziali della persona” che non riguardano le 90 mila persone in difficoltà, bensì gli immigrati tagliati fuori dal sistema di accoglienza con il decreto Salvini.