PERUGINERIE Ecco (anche in immagini) il significato della narrazione contenuta nel sipario storico del Morlacchi
Il contesto cronologico è quello del 1393, ossia il ritorno di Biordo in città, con l’abbattimento del governo dei nobili, sostenuto dal Papa
Ecco il significato della narrazione contenuta nel sipario storico del Morlacchi, opera di Mariano Piervittori. L’Inviato Cittadino a domanda risponde. Proponendo anche dei segmenti del racconto, con relativo ritaglio di immagine.
Giunge una richiesta in tal senso da parte del lettore A.G. Ci assumiamo pertanto il compito di raccontarne alcuni significati, facendo tesoro delle chiavi di lettura fornite da Fausto Luzi, nel suo bel volume “Il teatro Morlacchi di Perugia” (2006, Porzi editoriali), impreziosito con foto di Franco Prevignano.
PERUGINERIE Quando i tedeschi provarono a rapinarci del sipario storico del Morlacchi, opera di Mariano Piervittori
La finalità politica. Cominciamo col rilevare lo scopo apologetico-rinascimentale che costituisce il fermento spirituale dell’opera. C’è, insomma, la precisa volontà di rievocare la figura del Capitano del popolo della fazione dei Raspanti.
Il contesto cronologico è quello del 1393, ossia il ritorno di Biordo in città, con l’abbattimento del governo dei nobili, sostenuto dal Papa.
(foto Sandro Allegrini)
Nel 1398, nella sua dimora di Porta Sole, Biordo fu ucciso da alcuni congiurati, guidati dall’abate di San Pietro, Francesco Guidalotti. Atto proditorio anche nelle modalità: accolto in casa, il Guidalotti abbracciò (tenendo fermo) l’anfitrione per offrire le spalle ai pugnali dei sicari che si era portato al seguito.
Si sostiene in genere che questa morte segni la fine del medioevo perugino.
E veniamo ad esaminare il clima generale e le sezioni dell’opera.
L’insieme è mosso e panoramico. Il condottiero è sopra un podio di pietra, attorniato dalle manifestazioni d’entusiasmo dei suoi partigiani. Con un gesto delle mani pare indicare la bandiera rossa col Grifo, come a dire “È il suo trionfo”.
Al centro della scena un giovane, diretto verso di lui, con un personaggio più maturo che sembra presentarglielo. Tutti gli sguardi sono in direzione del condottiero con espressioni di sincera ammirazione, da parte di uomini e ragazzi. Quel giovane siamo tutti noi, con lo sguardo attirato verso il soggetto eroico.
Quel bacio coniugale. Sulla sinistra un guerriero, tornato dalla campagna militare, bacia con passione la moglie, venuta ad accoglierlo insieme ai figlioletti.
I commento dei dotti. Sulla destra un gruppetto di dotti commentano i fatti accaduti. Mentre, alle loro spalle, una donna va incontro al suo amato sopra una cavalcatura.
Quella toccata (paterna) del seno. Sulla destra un padre (questa l’interpretazione di Fausto Luzi), tornato dalla guerra, abbraccia le figlie: ad una tiene amabilmente la mano sulla schiena, all’altra appoggia la mano sinistra sul seno. Bellissima la lettura di Luzi che scrive: “Curioso atteggiamento del padre-soldato che riabbraccia felice le sue figlie, ritratto con le mani sul loro adolescente petto, a simboleggiare il metodo molto pratico usato per valutare il tempo della sua assenza”.
Quale la ricostruzione della piazza Grande? È impossibile sostenere la verosimiglianza/veridicità urbanistica in quanto il racconto della piazza non rientrava nello scopo dell’opera, se non come “contenitore” dell’evento.
Manca la Fontana, che pure esisteva. Forse perché avrebbe catalizzato l’attenzione dello spettatore. E distratto dal vero soggetto dell’opera, ossia Biordo.
C’è però il Palazzo Abrugiato. Ossia l’edificio che fu residenza dei Priori fino al 1353. Si intravedono le Logge di Braccio e il portale d’ingresso del Capitano del Popolo.
La futura sede vescovile viene rappresentata – non senza vis polemica – come edificio pubblico del libero Comune.
P. S. Il sipario storico marca visita: evidenzia lacune, macchie e segni di deterioramento cromatico. È troppo sperare in un suo non lontano restauro?