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Istruzione, Uil Umbria chiede un piano straordinario "Investimenti, fine del precariato e classi leggere"

La segretaria generale regionale Lucia Marinelli: "Le rivendicazioni che porteremo in piazza il 26 giugno richiedono scelte strategiche"

La scuola scende in piazza e rivendica più che una riforma delle scelte strategiche. "La scuola ha bisogno di un progetto politico complessivo che non significa fare riforme epocali. Il tema della stabilità del lavoro e quello della sicurezza sono state messe in evidenza da questa pandemia: un insegnante su quattro è precario e la scuola necessita di investimenti ora più che mai urgenti", così la segretaria generale della Uil Scuola Umbria Lucia Marinelli in occasione delle manifestazioni confederali del 26 giugno, che si terranno a Firenze, Torino e Bari.

Nelle intenzione del sindacato prima di pensare all'ennesima riforma della scuola bisognerebbe risolvere il problema dei precari, dei dirigenti amministrativi esclusi dai concorsi perché senza laurea, le calssi pollaio.

"La scuola deve uscire da un inganno politico di un decreto Sostegni bis – osserva Marinelli –  che va in una direzione diversa da quanto previsto nel Patto per la scuola, siglato con le organizzazioni sindacali. Le rivendicazioni che porteremo nelle tre piazze della manifestazione nazionale sono politiche, perché necessitano di decisioni e scelte strategiche per la scuola, non di posizioni elettorali di consenso breve".

Per i sindacati il precariato va "estirpato" e deve essere riconosciuta la professionalità, adeguare gli organici, ridurre il numero degli alunni per classe, pensare ad una nuova edilizia scolastica, introdurre i presìdi sanitari nelle scuole, incrementare i posti in organico del personale Ata, ma anche "tamponare un pasticcio che lo stesso Governo ha creato, così come l’altro pasticcio dei concorsi, rivelatisi assolutamente inefficaci, i Dsga facenti funzione che, dopo anni al servizio delle scuole, non possono partecipare ai concorsi se non laureati, dirigenti scolastici con improprie responsabilità e in attesa di un riallineamento delle loro retribuzioni. Insomma ce n’è per tutti!" dice ancora Marinelli.

Maggiori investimenti e meno vincoli e divieti, quindi, per dare "qualità e continuità dell’istruzione: sono questi i temi che abbiamo ribadito in tutte le sedi di confronto. Noi, le nostre proposte le abbiamo, ecco perché scendiamo in piazza - conclude Marinelli - Lo abbiamo fatto anche il 9 giugno e continueremo, se sarà necessario, perché la politica deve fare delle scelte concrete, il tema della scuola non può servire solo in campagna elettorale, chiediamo un vero impegno per modificare il Decreto Sostegni Bis e ciò ora spetta ai nostri parlamentari". 

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