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La "letterina" degli studenti umbri ai politici e agli amministratori: "A Natale regalateci il ritorno a scuola"

Affissi su portoni e cancelli degli istituti umbri dei manifesti per chiedere la riapertura delle scuole il 7 gennaio

Politici e amministratori pubblici dicono che la priorità è tornare a scuola, ma nessuno sa come fare: 75% degli studenti in presenza e 25% a casa; 50% in presenza, app per prenotare il posto sul bus. Tante proposte e poche soluzioni attuate. Se il rischio contagio a scuola è basso, bisognerebbe ridurre gli affollamenti sui mezzi di trasporto, ma aid uamento delle corse ancora non si sa nulla.

E' per questo che ieri studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado dell'Umbria di Altrascuola hanno affisso fuori dai loro istituti cartelloni e volantini con un unico messggio: ripensare a una scuola migliore in vista del rientro del 7 gennaio.

Il 7 gennaio ci si vede a scuola



"La promessa fatta dal Governo negli ultimi mesi di un ritorno in presenza è sempre più incerta, già ad oggi il premier Conte ha ritrattato quanto detto in precedenza, affermando che il rientro non sarà effettuato al 75% in presenza come previsto, bensì al 50% - dicono i responsabili provinciali Matias Cravero e Carlo Nadotti - Verso la riapertura, inoltre, la Regione Umbria non ha ancora fatto alcun passo avanti: la proposta di creare due scaglioni di ingresso e di uscita (fra le 8 e le 13 e le 10 e le 15), giustificata con la volontà di evitare assembramenti alle fermate dei mezzi pubblici, è figlia della stessa mancanza di volontà negli investimenti che abbiamo visto a settembre". 

La scuola deve riaprire e non solo a parole, è la richiesta degli studenti:  "Ci si vede il 7 gennaio, in questo senso, non è un semplice augurio, ma una vera e propria rivendicazione per la quale siamo disposti a batterci - conclude la nota - Vogliamo tornare in una scuola per la quale sono stati attuati tutti gli investimenti necessari nelle infrastrutture e nella mobilità, al fine di un rientro sicuro che garantisca il nostro diritto allo studio".

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