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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | La strage degli innocenti

Avevo qualche ora fa dei pensieri tristi; capita. Allora – un libro è un toccasana – ne prendo in mano uno fresco di stampa, e aprendolo m’imbatto in queste parole: «La morte occupa i miei pensieri e oscura il mio vivere: cosa sia la morte è l’interrogativo che mi assilla senza pace.» Non ci crederete, ma i pensieri mesti e malinconici – miracoli della poesia! – hanno alzato i tacchi. Il libro, lo scrivo en passant anche se meriterebbe una recensione favorevole almeno a leggerne la prefazione di quel raffinato lettore che è Gianluca Prosperi, s’intitola “Trilogia del poetico” del bravissimo Sergio Guarente e riunisce tre azioni teatrali fra la vita e la poesia del drammaturgo elisabettiano Christopher Marlowe, contemporaneo di William Shakespeare, della coppia ”maudite” Arthur Rimbaud e Paul Verlaine e della suprema poetessa Emily Dickinson eternamente biancovestita. 

Ma perché stavo vivendo ore d’angoscia, poi pacificate dalla parole stampate in un libro? Riflettevo su un dato statistico appena appreso, un numero, nudo e spietato, di morti, vittime della pandemia. Vivo in Umbria, sono umbro, pur piangendo i morti nel mondo e gli italiani che non sono più: 65.011, mi soffermo tremando su due cifre sconvolgenti che concernono la nostra regione. Alla fine di maggio, grazie alla clausura su cu abbiamo scherzato per esorcizzare o elaborare la paura del mostro, i morti umbri erano stati 74, che sono tanti, si tratta di persone, che avevano figli, mogli, nipoti, mariti, fratelli, sorelle e padri e madri e nonne. E sono morti soli. 

Eppure ci sono imbecilli che negano, biechi, e stolidi, almeno, che so, i terrapiattisti sono solo degli innocui mentecatti. Dopo il sacrificio c’è stata la scampagnata generalizzata, ai mari, nelle discoteche di san Briatore, tutti in eterna movida senza protezione e poi crociere e viaggi esotici, e le dimenticanze del governo che aveva agito bene, che non ha potenziato i trasporti eccetera eccetera. Così in questi due mesi d’autunno in Umbria se ne sono andati altri 457 cittadini, per un agghiacciante totale di 531 anime e corpi; un numero terrificante, immaginiamo le bare allineate… 

Eh già, mi sento un po’ vespillone, un po’ necroforo, un po’ menagramo, un po’ fossore, un po’ jettatore, un po’ beccamorti… infierite pure. Per rispetto di questa montagna di morti facciamo un Natale di guerra, perché questa è una vera guerra. E una terza ondata potrebbe farci piangere lacrime di sangue.

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