Elce. Il motto di quartiere è ‘chiudere’, specie le scalette che sono utili solo se ‘aperte’. Conflitti fra Comune e condominii
Elce. Il motto di quartiere è ‘chiudere’, specie le scalette che – come la mente, come il paracadute – sono utili solo se ‘aperte’. Conflitti fra Comune e condominii.
È ormai un’epidemia. C’è chi ci ride su. Ma non ridono i residenti. Che, anzi, protestano vivacemente contro questa vera epidemia di chiusura.
Perché si chiude? In genere perché non sussistono adeguate condizioni di sicurezza. Almeno si dice, ma è tutto da dimostrare. Spesso, invece, è un ghiribizzo, un volersi parare… contro eventuali, anche se irragionevoli, imprevisti negativi.
È questo il caso delle scalette a fianco della Farmacia dell’Elce, asseritamente soggette a lavori inesistenti. Ormai da anni. E i residenti sono costretti a lunghi giri per raggiungere gli ambulatori medici, la farmacia, la Coop, la banca, la chiesa di San Donato.
Tra il corso via Vecchi e via Bonaparte Valentini. Altro caso di scuola è quello delle scalette che mettono in comunicazione via Annibale Vecchi con la zona scolastica della Leonardo. Anche queste irragionevolmente chiuse per la caduta di un frammento così minuscolo che ancora lo si sta cercando. Ma per mettermi in pace e tranquillità – dice il Comune – mando giù qualche transenna, un po’ di nastro da cantiere. E… se ne riparla fra qualche anno. Ammesso che se ne riparli.
Un caso limite. Qualcosa di speciale è accaduto alle comode scalette che collega(va)no via Vecchi con via Torelli-Calindri. Chiuse da un ventennio. Costituivano un’utile bretella che consentiva di abbreviare la salita ed evitare un attraversamento. Ma sono state chiuse a seguito di un contenzioso fra il condominio e il Comune.
Non il Comune, ma i privati hanno chiuso. Qui non si vedono transenne con la scritta “cantiere comunale”, ma si sale tranquillamente e in cima ci si trova la strada sbarrata da una chiusura, diciamo così, “artigianale”, realizzata alla buona, con filo di ferro e materiali approssimativi. Rugginosi. In tutta evidenza è una iniziativa del condominio.
Fra i condomini, anche la Provincia di Perugia. Non è privo di interesse rilevare che al piano di via Calindri ci sono locali che appartengono alla Provincia. Che, come Ente pubblico, dovrebbe avere maggior stimolo ad alzare la voce richiamando alla legalità. Ma così, almeno fino ad oggi, non è.
Ma vediamo da dove discendono i conflitti e lo scarico di responsabilità.
In molti casi, a fronte della richiesta di permesso a edificare, il Comune pone delle condizioni. Come, ad esempio, realizzare un passaggio pedonale, specie delle scalette. O un parcheggio di uso pubblico (che spesso viene poi abusivamente chiuso e riservato ai residenti nell’edificio… accade a poche decine di metri da lì!).
Ora queste opere appartengono al condominio, a meno che – dopo un decennio, come accade anche per le strade – vengano acquisite dal Comune cui spettano le manutenzioni.
Se le opere non vengono acquisite dal Comune, la titolarità e l’obbligo della manutenzione restano in capo al condominio.
Ma il condominio dice: “Perché devo manutenere un’opera che è di uso pubblico?”. Facile la risposta: “Perché faceva parte delle prescrizioni allegate alla licenza a costruire”.
Controrisposta: “Ma l’impegno è stato assunto dal costruttore qualche decennio fa e io non intendo accollarmi questa spesa”.
Di solito il Comune viene incontro. Dice l’Ente pubblico: “Troviamo un’intesa: noi mettiamo la mano d’opera e voi i materiali”. In genere la questione si risolve per le vie bonarie.
Ma qualche condominio tiene duro. Allora il Comune transenna e la cosa resta così per anni. Nell’inerzia più totale e a danno del pubblico interesse.
Che fare? Prendere il toro per le corna e il condominio a brutto muso. Il Comune può mettere in mora la controparte e imporgli di realizzare le opere. Altrimenti il Comune agisce direttamente e addebita i costi al condominio.
Quieta non mov?re. Di solito il Comune non ha il coraggio di agire d’imperio e preferisce tenersi buoni i cittadini. Accontentando gli inadempienti. Ma scontentando di brutto chi ha diritto di transitare per quei luoghi.
ULTIMORA. A proposito delle scalette a lato della Farmacia dell’Elce, si dice sia intercorso un accordo fra condominio e Comune. Il condominio fa i lavori e il Comune acquisisce il bene e, ovviamente, l’onere della manutenzione futura. Sarà così?