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Torna a meravigliare la vetrina dell’antropologo Giancarlo Baronti

Statuine di santi e l’ultimo libro dell’ex direttore del DUT

Torna a meravigliare la vetrina dell’antropologo Giancarlo Baronti. Statuine di santi e l’ultimo libro dell’ex direttore del DUT (Dipartimento Uomo Territorio). Un curriculum di riguardo, punteggiato da una serie di pubblicazioni di rango e culminato con la direzione del Dipartimento di antropologia culturale dello Studium perusinum. Ha insegnato Storia delle tradizioni popolari, antropologia culturale, antropologia della alimentazione.

Giancarlo, ormai libero dagli impegni di università, sta producendo dei lavori di sicuro interesse. L’ultimo s’intitola “Vitae volant, scripta manent”, che si rifà al noto brocardo latino “verba volant, scripta manent”.

Il sottotitolo recita “Vicende criminali nella letteratura di piazza tra Cinquecento e Ottocento”, uscito per i tipi de “il formichiere”, nella collana “Studi di tradizioni popolari: passato e presente”, da lui stesso diretta.

La vetrina di via della Viola espone, oltre ad alcune copie del volume, una serie di statuine di santi. Immagini di pietà popolare, spesso rustiche, talvolta raffinate, sovente ieratiche. Baronti è appassionato collezionista di materiali del genere, fra cui pubblicazioni rare di carattere agiografico. Ne ricordo alcune relative alla figura di Sant’Antonio abate, conferite all’attenzione del pubblico in occasione di conversazioni a tema.

Promettiamo ai lettori una recensione dell’ultimo studio di Giancarlo Baronti. Opera della quale ci aveva anticipato delle osservazioni, in periodo di work in progress. Siamo curiosi di leggerle. E di parlarvene.

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