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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Oggi, è la festa Sant'Ercolano dei sassi, il vescovo defensor civitatis e... due detti perugini legati al suo nome

La storia, i detti popolari, il sacrificio e il vescovo difensore della sua città

Oggi, 1° marzo, è la Festa di Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis. Il vescovo combattente resistette in difesa della città assediata dai Goti. La combattività è legata alla litomachia o battaglia dei sassi che si teneva in via Campo Battaglia, dopo aver disceso via Guerriera, nella zona corrispondente allo spiazzo compreso fra la Galleria Kennedy, fronte Porta Pesa, e l’ex Officina elettrica, oggi tribunale.

Fra le imprese di Ercolano, è troppo noto l’inganno (tentato) del vitello, rimpinzato con l’ultimo staio di grano e gettato dagli spalti per dimostrare agli assedianti un’inesistente abbondanza di cibo. Secondo la vulgata, fu il “chierico traditore” a svelare ai Goti la realtà della fame che serpeggiava tra le file perugine. La figura del traditore è peraltro rappresentata nella Fontana di Piazza fra Ercolano e San Benedetto, a perenne disdoro dell’ipocrisia. La fine di Ercolano, come  ci racconta una tela conservata nell’abside della chiesa ottagonale, previde lo scuoiamento, la decapitazione e il lancio dalle mura. Nel punto dove sarebbe poi stato realizzato il Tempio omonimo.

Ma veniamo a due detti collegati a questa giornata. Il primo è di carattere meteorologico e ci fa augurare che oggi non piova. Dice l’enunciato: SI PIOVE PER SANT ERCULÈNO, SCACCIA L FANT E AMAZZA L CHÈNO (“se piove per sant’Ercolano, scaccia il fante e ammazza il cane”), per dire che non. ci sarà raccolto sufficiente ad accogliere ospiti (“fante”, nel senso di “essere umano”, non di militare) e per mantenere gli animali (cane), a causa dell’eccessiva piovosità primaverile. Infine un detto sulla doppiezza, molto offensivo, suona

AVECCE DU FACCE COME SANT’ERCOLANO a indicare ambiguità. Deriva dalla circostanza per la quale alla processione di
andata l’immagine del santo era sormontata da una testa di legno (com’è noto, Ercolano fu decapitato). Al ritorno la testa era dorata, come segno di santità. Nella chiesa viene conservato (ed esposto in occasione della festa) un busto argenteo del Santo, molto caro al compianto monsignor Elio Bromuri (in foto) che fu per anni Rettore della chiesa ottagonale.

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