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Sanità regionale, le emergenze dopo la gestione Covid: "Potenziare i medici di famiglia e abbattere le liste d'attesa"

Un ampio documento per richiamare l'attenzione dei vertici regionali sulle pecche del sistema, peggiorate dalla crisi pandemica da Covid

Tra i costi della panedmia, i fondi dallo Stato che non arrivano, le riunioni e la riorganizzazione regionale, la sanità umbra deve affrontare tanti problemi e "le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari denunciano il raffreddamento dei rapporti con il Governo Regionale, quando più volte hanno cercato di mantenere un rapporto costruttivo e propositivo inoltrando documenti, come sul PSR e la Convenzione tra Regione ed Università" (una prima riunione sul tema si è tenuta proprio ieri).

L'intersindacale medica, secondo una nota del coordintare Giovanni Lo Vaglio, auspica "una ripresa del confronto, richiamano l’attenzione sui temi più urgenti da affrontare".

Secondo Lo Vaglio "la carenza di medici di medicina generale e di continuità assistenziale, perchè non sono state messi in campo meccanismi 'attrattivi' che stimolino il professionista a lavorare in Umbria, alla quale si associano quelle delle Aziende Sanitarie territoriali tra le quali vanno segnalate la vetustà delle sedi, del parco macchine nei distretti e dipartimenti di prevenzione, la mancanza di supporti alla sicurezza individuale (molte volte il professionista è solo e più spesso è di sesso femminile). A questo si aggiunge la mancata valorizzazione della professione in tema di aggiornamento unita alla totale assenza di incentivi per i giorni festivi e per chi si trova in zone disagiate che ha determinato gravi carenze di organico per tutta l’assistenza alla popolazione, aggravando così la crisi dei pronto soccorso e allontanando i medici, pur titolati e qualificati, a svolgere questa professione essenziale per i cittadini".

L'Intersindacale punta anche il dito contro "la mancata attuazione del CCNL 2016-2018, visti i gravi ritardi nell’applicare la contrattazione decentrata in tutte le aziende sanitarie, con pesanti ricadute sia organizzative, sia economiche, che rendono l’ Umbria poco attrattiva verso i Colleghi di altre regioni e con il risultato di non avere risposte ai bandi di concorso".

Altro problema è quello "delle liste d'attesa e della spesa farmaceutica che opprime i professionisti per il mancato adeguamento degli organici ai carichi di lavoro, aggravati dalla eccessiva burocratizzazione dei programmi informatizzati che tra loro non dialogano, causando seri danni economici ai cittadini già vessati dalla crisi energetica e dal carico fiscale, senza ritorno di servizi".

Per Lo Vaglio ci si trova di fronte al "commissariamento, di fatto, delle Aziende, da parte del Direttore Generale dell’assessorato, con la disposizione di autorizzare preventivamente qualsiasi spesa comprese quella in materia in materia di assunzioni di personale" e deve far riflettere "la pericolosa scelta di modificare il percorso di approvazione del PSR, attraverso una legge regionale, posticipando la fase di partecipazione e in totale assenza di un confronto sulla predisposizione della Convenzione tra SSR ed Università, che fa intravedere solo benefici per quest’ultima".

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