Sanità, la Cisl medici chiede un confronto aperto sul Piano sanitario regionale: "Prima la questione del personale per un reale cambiamento"
Il segretario Moschini: "Ogni regione ha un sistema sanitario diverso, non va bene. La pandemia ci ha preso alla sprovvista, mostrando l'impreparazione generale del paese"
Piano sanitario, emergenza Coronavirus e questione personale sanitario. La Cisl Medici Umbria tira le somme del 2021 e per il 2022 auspica un sistema sanitario adeguato al cittadino, solidale ed efficiente.
"Il 2021 va in archivio nel pieno della quarta ondata pandemica. L'attuale situazione di emergenza ci impone delle riflessioni sull'anno che se ne va - afferma Tullo Ostilio Moschini, segretario regionale generale Cisl Medici Umbria - Gli auspici per il prossimo riteniamo debbano andare di pari passo con un reale cambiamento nella gestione sanitaria regionale. Una ristrutturazione che deve partire innanzitutto da un reale e continuo confronto tra forze politiche, sindacali e le amministrazioni aziendali e regionali. Un dialogo che non può essere estemporaneo ma deve essere continuo e cadenzato".
Per il sindacato del comporta medici c'è il rischio di "ripartire da zero ogni volta che ci si trova di fronte ad un problema da affrontare. Il più grave ed impellente riguarda senza dubbio quello legato al fabbisogno del personale - prosegue Moschini - Un personale continuamente sotto numero e quindi inadeguato a misurarsi con le sfide che ci attendono".
Il prossimo piano sanitario, quindi, dovrebbe partire proprio dalla ristrutturazione del sistema sanitario, garantendo un personale adeguato all'implementazione di procedure e servizi. E in questo il dialogo tra Regione e sindacati sarà fondamentale.
"L'auspicio per il Piano Sanitario Regionale è che sia più ampio e condiviso possibile. A livello nazionale è necessario superare la frammentazione dovuta alla presenza di 21 sistemi sanitari diversi e scollegati tra loro - conclude Moschini - Garantire l'autonomia delle regioni è un conto, non vedere che su scuola e sanità il paese deve essere unito è un altro. La pandemia ci ha preso alla sprovvista, mostrando l'impreparazione generale del paese. O si coglie adesso l'opportunità di cambiare e adeguare il sistema, strumenti e personale compresi, condividendo e concertando le scelte e i passaggi operativi, oppure sarà troppo tardi. Chiediamo in questo senso alla Regione Umbria di attivarsi per garantire un sistema sanitario adeguato ai bisogni dei cittadini, al tempo stesso solidale ed efficiente".