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Giovedì, 25 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO San Valentino fra amore e disamore, fra detti, letteratura alta e antropologia popolare

E oggi, a Perugia, benedizione e rosa

Per San Valentino si innamorano uomini e uccelli. Riguardo alla data del 14 febbraio, l’antropologia perugina ripete il detto “Per San Valentino, ogni ucèllo arpia l su camino” (‘riprende il suo cammino’, ossia riprende a volare, ma anche a “generare”).

La lettura volgare del detto poggia sul doppio senso di ‘uccello’, come l’indimenticabile amico Marco Vergoni lo rappresentò per il mio Breviario laico “… e lascia sta i santi” (Aguaplano).

Fin dal Medioevo (in Italia, in Francia e Inghilterra) era communis opinio che in questo giorno iniziasse l’accoppiamento degli uccelli. Da qui l’idea, poi affermatasi nel passaggio agli umani, della stessa data legata alla festa dell’amore e degli innamorati.

Valentino e Valentina, maschio e femmina. I due protagonisti sono poi divenuti nomi-metafora di appartenenza identitaria ai due sessi (oggi, in tempi di fluidità sessuale, forse… anche di più).

Presenti anche in Shakespeare. Riferimento letterario che compare anche nell’opera del grande Bardo: nell’Amleto di Shakespeare (1601), durante la scena della pazzia di Ofelia, la fanciulla canta: “Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina”.

La festa venne istituita da papa Gelasio I, per la cristianizzazione della festa dei Lupercalia, diffusa nello scollacciato e orgiastico mondo pagano, caratterizzata da una certa promiscuità sessuale, con inversione dei ruoli e fiero scatenamento di istinti.

Papa Gelasio proclamò Valentino, santo e patrono degli innamorati, il 14 febbraio 496. Dichiarando che Valentino proteggeva e rendeva prolifiche le coppie. E, a propiziare amore e fertilità, era opportuno donare fiori, in specie rose.

La festa è comunque una ripresa della tradizione biblica, in un dimensione “fertile”, finalizzata alla riproduzione, associandola idealmente alla protezione del santo Valentino.

Alla diffusione del culto di Valentino contribuirono anche i Benedettini, attraverso i loro numerosi conventi (si pensi anche alla Fratente di Mugnano) in quanto, oltretutto, affidatari della basilica di San Valentino a Terni, dalla fine della seconda metà del VII secolo.

La Festa ha dimensioni europee. Lo storico Gian Biagio Furiozzi ci ricordava che nel duomo di Vienna, nella data del 14 febbraio, si tiene una partecipata celebrazione dedicata agli innamorati. 

INVIATO CITTADINO Perché San Valentino è il patrono degli innamorati

2 Chiesetta dei santi Stefano e Valentino, in via dei Priori poco sopra la torre degli Sciri (foto Sandro Allegrini)

Detti popolari volgarotti. Ad esprimere mancata volontà di pronuba unione, se non addirittura fiera ripulsa, vigeva – nelle nostre campagne – il detto che suonava: “Chi n s’acòppia per san Valentino… o sa de stabbio o d’arlentino”. In cui “stabbio (dal latino “stabulum”) sta per “letame”. Mentre per “arlentino” s’intendeva il cattivo odore.

“Arlentà” è verbo che sta per “rilasciare venti maleodoranti” che scoraggiano nauseabonde prossimità. Dunque il senso è che, se uno non trova l’anima gemella per San Valentino… deve proprio perdere ogni speranza.


 

Oggi, anche a Perugia, benedizione e dono della rosa. Nella Festa del Santo, apertura straordinaria della chiesa dei Santi Stefano e Valentino, lungo via dei Priori, dal lato opposto della chiesa di S. Teresa degli Scalzi, prima della Torre degli Sciri. Oggi pomeriggio, dalle 18:00 alle 19.30, sposi e fidanzati potranno ricevere la benedizione e la rosa del Santo degli innamorati. A conferma di un impegno sentimentale, nel segno della dedizione e della fedeltà.

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