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Martedì, 23 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Oggi è San Sebastiano… Un santo popolare, i detti meteorologici e produttivi del mondo rurale

Sebastiano è patrono di Ferentillo. Protettore di vigili urbani e polizia locale, arcieri, archibugieri, tappezzieri, fabbricanti di aghi e, in generale, delle tante categorie artigianali i cui membri utilizzano attrezzi dotati di punte. È invocato nelle epidemie, insieme a San Rocco

Oggi è San Sebastiano… e la neve cade piano. Un santo popolare anche in ragione dell’iconografia che lo ritrae infilzato da tanti dardi. Da cui il detto perugino “M ònno nfrizzato [“infilzato”] come Sebastièno” per dire “mi hanno colpito con numerose frecce/in metafora ‘calunnie’”.

Detti meteorologici riferiti alla giornata suonano “Per San Sebastièno la neve chède/bufa pièno” (si noti la presenza delle “e” rustiche al posto delle “a”, come in “chène/pène” per “cane/pane”). Il verbo perugino “bufa”, come l’omologo “nengue” sta per “nevica”.

Un detto astronomico, legato all’incremento delle ore di luce, recita “Per San Sebatièno / n ora m più de luce avémo”. In relazione al più noto “Da la Madonna a Natale/ l passo de n cane // Da Natale a l’anno novo, l passo de m bovo”. Il riferimento è al fatto che dall’8 dicembre (la Madonna/Festa dell’Immacolata) a Natale, l’allungamento del periodo di luce procede lento pede (col passo di un cane). Mentre successivamente l’incremento è più veloce (il passo di un bue, ovviamente più lungo).

Giovanni Moretti, nel suo fondamentale Dizionario, riporta il detto riferito alla produzione agricola: “Per San Sebastièno /sàje l monte e guarda l pièno // si l pièno n fa verdura / va ntól sacco ncla paura” (“Per San Sebastiano, sali sulla collina e osserva la pianura // se il piano non è verde di grano [che comincia a spuntare] / va’ al sacco [della farina] con timore”.

Il senso è che, se, nella giornata odierna, non si vede il grano già spuntato, c’è il fondato timore che possa preannunciarsi un’annata di bassa produzione.

Sebastiano è patrono di Ferentillo. Protettore di vigili urbani e polizia locale, arcieri, archibugieri, tappezzieri, fabbricanti di aghi e, in generale, delle tante categorie artigianali i cui membri utilizzano attrezzi dotati di punte. È invocato nelle epidemie, insieme a San Rocco. A Perugia, invece, nella epidemia del 1348 si scelse di adottare come “patronus pestis” san Fiorenzo, il cui corpo venne eccezionalmente, ma ritualmente, portato in processione. Il morbo comportava sbocco di sangue e “bozza nella coscia ovvero sotto il braccio… e in due giorni ne morivano” (oltre 100 mila persone in cinque mesi). Di chi era ridotto proprio male, si esclamava “s’è ardutto n San Lazz(e)ro”, da cui anche il termine “lazzaretto” ad indicare luogo di accoglienza di malati terminali e appestati.

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