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PERUGINERIE San Costanzo e il torcolo in vetrina da Sandri. Continuità di saperi e sapori nella tradizione

Una magistero – quello di Carla Schucani – dal quale non si può prescindere. Anzi: da conservare sotto chiave in cassaforte. In termini di ricette, di procedure, di ingredienti, di… sculture

San Costanzo e il torcolo in vetrina da Sandri. Continuità di saperi e sapori nella tradizione.

Una magistero – quello di Carla Schucani – dal quale non si può prescindere. Anzi: da conservare sotto chiave in cassaforte. In termini di ricette, di procedure, di ingredienti, di… sculture. 

FOTO - San Costanzo, il torcolo e la vetrina di Sandri

La tradizione si ripete. Stavolta in vetrina l’effige del Santo decollato e la metafora delle pietre preziose, fatte di cedro, canditi colorati, anice e pinoli. Quest’ultimo ingrediente è da gioielliere. Lo documenta il prezzo che ha ormai superato il limite degli 80-90 euro al chilo (almeno per quello toscano, escludendo i cinesi, i siberiani e roba di basso prestigio). Lo prova il fatto che al supermercato i pinoli non stanno più sugli scaffali, ma alla cassa: dove è meno facile farli scivolare lestamente nella borsa.

La tradizione e le procedure dal novello Sandri sono in mano a Marcella, l’ultima depositaria di valori sapienziali partoriti dalla factory della Carlina.

Ma il torcolo di quest’anno ha una caratteristica speciale: quella della morbidezza. Infatti quello di Carla era un po’ compatto, tanto che – se ne avanzava un pochino – il giorno dopo era indurito. Quest’anno assicurano di aver rimediato all’inconveniente. L’assaggio lo dimostra.

Quanto alla vetrina sul corso, è un trionfo della celebrazione del santo patrono. Una scultura ne riproduce la figura intera con tutti gli attributi, come si chiamano le caratteristiche iconografiche (non si pensi ad allusioni irriferibili). Nel nostro caso, la palma del martirio, il pastorale vescovile da pontificale, lo stendardo con croce rossa in campo bianco e la Croce Mauriziana sul petto.

Davanti alla statua, una cornice entro la quale è inserito il re della festa: ossia sua maestà il torcolo. Coi perugini pronti ad entrare con esso in comunione. “Costanti” anche loro e disposti a… peccare di gola.

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