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INVIATO CITTADINO E l’occhiolino di Costanzo ha anche la versione… dolce

Una lode, una reprimenda e un po' di storia

E l’occhiolino di Costanzo ha anche la versione… dolce con un progetto tutto nostro. Una lode e una reprimenda. Ricordando Carla Schucani e don Elio Bromuri.

Sono ben due le riflessioni sulla festa di San Costanzo pubblicate dal nostro giornale in chiave storica e antropologico-pittoresca: una di Marco Saioni, una dell’Inviato Cittadino. Che viene a conoscere l’esistenza di un prodotto uscito dalla mente vulcanica dell’imprevedibile patron di Eurochocolate. Mi pare dunque il caso di segnalare che questo prodotto identitario che è il frutto di un percorso progettuale tutto nostro. Intendo dire: perugino, peruginissimo. Oltre… il “tòrqlo”, validato dalla tradizione.

Risulta, infatti, di particolare interesse il fatto che la “progettazione” abbia visto coinvolti (nell’anno 2022) ben 50 giovani designer di poli formativi d’eccellenza... che più perugini non si può.

Parliamo dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, di UNIPG, dell’Istituto Italiano per il Design.

È stato pertanto realizzato il progetto vincitore (“Occhiolino” di Federica Urbano, studentessa dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia), riprodotto in pagina e annunciato in occasione dell'ultimo Eurochocolate nell’ambito del progetto Choco Local.

Piccolo rimprovero. La frase pronunciata, all’indirizzo dell’icona di Costanzo, dalla ragazze nubili in cerca di marito, viene qui riportata nella forma: “San Costanzo dall’occhio adorno, fammi l’occhiolino sennò non ci ritorno”, evidentemente ‘italianizzato’ nelle due espressioni “fammi” per “famme” e “ritorno” per “artorno”. Che nulla cambia rispetto alla comprensibilità del messaggio. Ma che spalma l’espressione di una patina di normalizzazione linguistica… non indispensabile.

Diavolo di un Guarducci. Tocca compiere sforzi sovrumani per coglierlo in castagna. 

Storie e tradizioni perugine: ecco come sono nate le golose " lasche" di Sant'Ercolano

Il precedente storico della “laschina dolce” di Schucani e l’elogio. Non staremo a ricordarne gli step, già declinati su queste colonne. Invece si può, si deve, ricordare che don Elio chiese aiuto a Carla per rilanciare la figura di Ercolano. E la pasticcera, legandosi a una novella di Franco Sacchetti (innesco da me suggerito) creò la laschina dolce che, ormai da decenni, domina le vetrine in occasione della Festa del Santo (1° marzo e 7 novembre).

L’operazione dell’occhiolino dolce ne richiama connotati e fisicità.

Aspettiamo adesso il dolce da abbinare alla Festa di Lorenzo (10 agosto). Data la stagione, è forse il caso di pensare… a un gelato.

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