INVIATO CITTADINO Una rosa per tutte le partigiane
A San Matteo, toccante cerimonia con la partigiana Rossella, al secolo Mirella Alloisio
Una rosa per tutte le partigiane. A San Matteo, toccante cerimonia con la partigiana Rossella, al secolo Mirella Alloisio. Fra l’altro, presidente onoraria del Comitato Provinciale dell’A.N.P.I. di Perugia.
Erano in tanti, specialmente donne, a compiere un rito che incrocia storia locale e nazionale, identità politica e visione della storia declinata al femminile.
(foto Sandro Allegrini)
Per la componente maschile, nel roseto, oltre a quella di Capitini, le rose per Innamorati (che ci ha lasciato un anno fa) e altri personaggi di rango del mondo della peruginità.
Stavolta la rosa, rigorosamente rossa, era quella piantata per rinverdire il nome e la memoria di tante donne della Resistenza.
Delle quali Claudia Mantovani legge dei nomi. Elencandone i meriti e i ruoli nella lotta al nazifascismo.
Tocca a Franca Gasparri dell’AUSER piantare fisicamente il cespuglio e svolgere qualche riflessione sul ruolo della donna.
Roberta Perfetti porta il saluto delle Associazioni partigiane e appone il coppo con la scritta delle dedicatarie.
Il benvenuto agli Orti sociali lo dà Ida, che ne delinea la storia, come membro attivo e componente dell’Associazione di Quartiere Vivi il Borgo.
Ma la presenza di rango è quella di Mirella Alloisio, di cui tanto abbiamo scritto, come lucida testimone di una stagione di lotte. Gli anni sono 97 e un po’, ma aspettiamo il secolo di vita per un’altra intervista.
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Sta a lei ricordare: “Siamo uscite dalla guerra, combattuta con onore. Ma adesso è tempo di porre fine a questa devastazione che disonora l’umanità”.
Parole ferme, pronunciate con animo fiero.
L’Inviato Cittadino, che di Mirella è stato allievo alla Pascoli di piazza Morlacchi (oggi Palazzo Grossi) ci scherza e le dice: “Mirella, ti ha più cercato il fidanzato?”. L’allusione è allo scrittore e giornalista Gad Lerner che tanto la corteggiò e venne più volte nella sua casa per intervistarla in merito alla lotta partigiana in occasione del bel documentario realizzato un paio di anni fa.
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Alloisio, un passato forte, confermato da un presente dignitoso. Tanto che, quando insistiamo per farla sedere, commenta (tra il finto sdegnoso e il complice): “Mi trattate come fossi una bambola”. Ma in cuor suo gode dell’affetto e delle attenzioni di tanti amici. Che sa quanto le vogliano bene. Senza retorica né infingimenti.
Pronuncia poche parole, perché non ama le ciance. Ma i suoi occhi di un azzurro ceruleo scrutano e indagano la coscienza di ognuno di noi. Non ha più una vista d’aquila. Ma forse sono proprio i suoi gli occhi gli unici capaci di leggere a fondo nel buio del nostro tempo.