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RIPIANI Quando Perugia aveva la sua banda… per quasi un secolo di musica

Lo racconta un bel libro di Antonio Mencarelli, ricercatore e studioso di storia locale dell’Umbria fra Ottocento e Novecento

Quando Perugia aveva la sua banda… per quasi un secolo di musica. Lo racconta un bel libro di Antonio Mencarelli, ricercatore e studioso di storia locale dell’Umbria fra Ottocento e Novecento 

Il volume s’intitola “La banda comunale di Perugia (1855-1944)” col sottotitolo “Musica all’aperto” (Edizioni ‘Il Formichiere’, euro 25).

La presentazione istituzionale è affidata al sindaco Andrea Romizi e la colta prefazione al Maestro Stefano Ragni. Che definisce la banda della città d’Euliste come “polmone sonoro del Quarto Stato”. Osservando la contraddizione esistente tra il fiorire di Umbria Jazz e l’estinzione di questa voce autenticamente popolare. Con un organico che era quello dei borghi e degli artigiani che un tempo si dilettavano di pentagramma. Quando la gente aspettava il passaggio della fanfara del 51° Reggimento di fanteria di stanza in città (dove il babbo dell’Inviato Cittadino soffiava sul bombardino) si generava un clima di fervida partecipazione.

Mencarelli ricorda che, dopo il 1860, il sodalizio musicale perugino era istituzionalizzato: il sindaco ne era presidente, l’Amministrazione lo finanziava con appositi fondi iscritti a bilancio.

Si poteva ascoltare musica a pagamento nei teatri, mentre per le strade la banda veniva seguita gratis dalle classi popolari, ma anche dai borghesi. 

L’esperienza durò 90 anni e annoverò solo tre Maestri (Napoleone Bellucci, Bernardino Casetti e  Antonio Graziosi) a riprova della stabilità e della professionalità del direttore e docente.

Col 1944 la banda cessò di esistere. Il lavoro di Mencarelli è appunto consistito nel ripercorrerne le vicende attraverso l’accorto reperimento di cronache, fonti giornalistiche e materiali d’archivio.

Dopo il capitolo “Le origini”, si parla del percorso storico fra Ottocento e Novecento, del periodo fra le due guerre, dei tentativi di ricostituzione.

Una ricca messe di documenti completa una ricerca che ha carattere di completezza, rigore metodologico e scientificità. Programmi, formazioni, regolamenti - insieme a un buon apparato iconografico – completano un libro che definisco indispensabile. Come lo è “Cent’anni suonati. Storia della Società Filarmonica Virgilio Puletti” del felciniano Stefano Vicarelli, che racconta le vicende della banda ponteggiana. Lavori di alto significato storico e territoriale.

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