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RIPIANI. “Le nuvole, il verde e l’anima”, un libro che coniuga egregiamente vicende artistiche e biografia con ragione e sentimento

RIPIANI. “Le nuvole, il verde e l’anima”, un libro che coniuga egregiamente vicende artistiche e biografia con creatività, ragione e sentimento.

Ne è autore ‘Anonimo del Trasimeno’, trasparente pseudonimo di uno dei due protagonisti: Umberto Raponi, che non rinuncia al ruolo di birichino nel quale gli è spesso piaciuto identificarsi.

Il sottotitolo, generoso, recita: “Cronistoria di Luciana Bartella e Umberto Raponi, sulla strada della vita e dell’arte”.

Intanto – posto che esista chi non li conosce – diciamo chi sono i nostri due eroi.

Luciana Bartella è una delle più strepitose acquarelliste internazionali (anche se sa fare incisioni e molto altro), accreditata da mostre in Italia e all’estero, oltre che da scritti di critici di vaglia. Luciana resta insuperato lirico cantore della natura del Trasimeno, amante della pittura open air, in cui riesce a rendere, con tocchi efficaci ed essenziali, la poesia dei fiori e della terra, delle acque e delle piante.

Umberto Raponi è il principe dell’umorismo grafico, tanto per dirne una (sono un incallito collezionista delle sue “teste di biro”, appunti antropomorfi vergati su carta d’occasione in contesti quali il supermercato o la strada). Ma è talmente dotato e imprevedibile da essere grafico, fotografo, autore di mail art, film maker, esperto d’incisione (è stato assistente di Padre Diego Donati), “creativo”, scrittore, poeta visivo, autore di installazioni di land art… Impossibile dirle tutte.

In questo libro, spiritoso e toccante, declina l’amore per la vita, l’arte, con/per Luciana: dal primo incontro alle tante spigolature di vita, d’arte, di sentimento. E le comuni passioni per le erbe e le piante, gli animali e il microcosmo della natura.

Nella ricca gallery mi riscopro effigiato in occasioni speciali: compleanni, mostre, incontri pubblici e privati. Rivedo le mostre curate per la mitica coppia, da sole e in tandem. Ricordo momenti belli di condivisione. Fino all’ultima mattata (“Carta straccia”) di cui fui complice, alla Torre dei Lambardi, in un happening fra l’artistico e il demenziale.

Quella volta che stracciò Altan. Ricordo solo che, a una mostra in Palazzo Trinci a Foligno (sua adorata Heimat), Raponi fece le scarpe a uno dei più blasonati vignettisti nazionali.

Tante cose mi vengono in mente sfogliando questo volume. Compresa la “matteria” di un libro scritto a quattro mani con Umberto: lui, ovviamente, la parte grafica e io il testo (“Testimonianze critiche sulla grafica di U.R.”, 2006).

Riparto dalla conoscenza. Raponi era in mostra, curata da Luciano Lepri, alle Logge dei Lanari. Ci feci un salto. Ero da sempre affascinato dalle sue cose e lo guardavo da lontano, un po’ intimorito dalla statura (fisica e… artistica) del personaggio. Ne feci una recensione che ebbi l’ardire di spedirgli. Dopo di che, iniziò un carteggio in cui Umberto mi mandava una sua cosa (disegno, pubblicazione ufficiale o “alla macchia”, come usa fare) e io rispondevo con una cartella. Quelle cartelle divennero così tante che decidemmo di farne un libro, presentato con successo alla Sala della Vaccara. Il valore aggiunto (sempre pazzesco) è un buco (p. 41). Per non parlare delle Madonne del Perugino col capo inclinato di 45 gradi o lo specchio inserito a pagina 15. La grafica “eiaculare” dei suoi schizzi. E altre amenità.

Sono passati gli anni e gli incontri, i doni di cose artistiche della coppia più bella del mondo. Poi il riconoscimento della cittadinanza onoraria, concessa da Giacomo Chiodini alla Sala consiliare dottoriana di Magione (Cittadinanza onoraria ad una coppia di artisti internazionali: “Il Lago terra di ispirazione poetica”). E poi i disegni donati per le mie pubblicazioni e la conoscenza, loro tramite, del grande Giuseppe Riccetti, secondo elemento della triade folignate Raponi/Riccetti/Frappi.

Che dire? Mi sa che, se metto insieme i ricordi, un libro sulla nostra amicizia ci scappa pure a me.

Grazie, Umberto e Luciana, di essere testimonianza vivente, di arte, di amicizia, di amore. Auguro all’Anonimo del Trasimeno di fare ancora tante di quelle matterie di cui resta insuperato specialista.

copertina Raponi-2

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