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IL RICORDO | "Carla Berardi era una tosta, dava sempre assoluta priorità ai suoi piccoli assistiti"

Una mamma ricorda le grandi doti professionali e valoriali della pediatra Carla Berardi

Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di un nostra lettrice della pediatra perugina Carla Berardi, scomparsa prematuramente ieri e molto apprezzata da pazienti, genitori e colleghi.

La dottoressa Berardi era presidente, tra l'altro, dell'Associazione culturale Pediatri umbri e anche l'amministrazione comunale perugina e l'assessore regionale alla sanità Coletto, la ricordano con grande stima e rammarico. 

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È con grande tristezza che ho appreso che la dottoressa Berardi ci ha lasciato e mi è venuto spontaneo il desiderio di celebrarne la memoria, nel mio piccolo, ricordando i preziosi insegnamenti che mi ha trasmesso in questi anni in cui ha assistito i miei figli.

Fin da subito, quando ero una giovane neomamma, insicura e sprovveduta, ho capito che la dottoressa Berardi era “una tosta”… Chiara, concisa, diretta, estremamente professionale, dava sempre assoluta priorità ai suoi piccoli assistiti, avendo cura non solo della loro salute, ma del loro benessere da ogni punto di vista. Quando si entrava nel suo studio, spiccavano le immagini dei luoghi in cui aveva messo le sue competenze al servizio degli ultimi, impegnandosi con istituzioni come Emergency e Save the Children. Col passare del tempo, il rapporto di reciproca fiducia si è stretto sempre più ed ho avuto modo di conoscere ed apprezzare profondamente i suoi principi morali, la sua etica professionale e il suo grande impegno sociale, a tutela dei più deboli, degli indifesi e del servizio sanitario pubblico. Uno degli obiettivi della dottoressa era infatti quello di rendere i genitori sempre più “competenti” nell’affrontare, ove possibile, le piccole e frequenti difficoltà che si ritrovano a fronteggiare, specialmente quando i bambini sono piccoli. Succede spesso, infatti, che i genitori, presi dalla preoccupazione, ricorrano fin troppo spesso, fuori dall’orario di ambulatorio, alle visite presso il reparto di Pediatria in ospedale, o presso pediatri privati attivi anche durante festivi e prefestivi. Questo chiaramente comporta da una parte un frequente sovraffollamento in accettazione pediatrica, con attese che si prolungano, stress aumentato per bimbi e genitori, rischi per i bambini di contrarre virus e infezioni ulteriori (e sappiamo bene quanto, con l’avvento del covid, la frequentazione dell’ospedale sia da evitare il più possibile), per non parlare dell’impegno profuso dal personale ospedaliero le cui energie potrebbero forse qualche volta essere risparmiate. D’altra parte, il ricorso a visite private può rappresentare un impegno economicamente gravoso per molti genitori, che, però, sono chiaramente pronti a questi sacrifici per essere rassicurati sullo stato di salute dei propri bambini.

La dottoressa Berardi, con grande saggezza, si impegnava ad insegnare ai genitori a saper valutare se e quando fosse il caso di andare in ospedale e quando, al contrario, si potesse gestire la situazione con serenità a casa, potendo attendere una sua visita in orario di ambulatorio. Ciò che auguro alla mia città e alla mia regione è di avere più medici come la dottoressa Berardi, che con grande passione per il proprio lavoro e profonda dedizione ai pazienti, possano contribuire ad un servizio sanitario sempre migliore e, soprattutto, capace di non farsi sopraffare dal processo, purtroppo in atto da tempo, per il quale viene sempre più privilegiata l’attività privata, rendendo la salute un lusso per pochi più che un diritto di tutti. 

Caterina Capponi

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