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"Riaprire le scuole superiori in sicurezza per non richiuderle più": parla l'assessore Paola Agabiti

In una situazione pandemica ancora difficile, trovare una strada per riaprire le superiori in sicurezza è prioritario per studenti e famiglie: ecco come si muove la Regione Umbria e che autonomia decisionale può avere rispetto al Governo

Se il momento che stiamo vivendo è difficile per l’emergenza sanitaria ancora in corso, con il vaccino somministrato ancora a una percentuale troppo bassa di persone e l’attesa di una terza ondata di contagi e ricoveri, quella che sta vivendo il sistema scuola è una situazione altrettanto grave.
Gli studenti delle scuole superiori sono a casa, in Dad, dallo scorso 6 novembre e la Regione Umbria ha appena emesso un’ordinanza per proseguire le lezioni in questo regime ancora fino al 23 Gennaio.
Se la prudenza non è mai troppa, ormai tutti i genitori, vedendo le conseguenze drammatiche di un così prolungato allontanamento dei propri figli dalla socialità della scuola in presenza, si chiedono perché il Governo e la Regione non trovino soluzioni diverse per mettere in sicurezza il ritorno a scuola degli studenti.
Ne parliamo con Paola Agabiti, assessore regionale alla scuola e diritto allo studio.
 

Perché l’Umbria attende ancora guardinga prima di far tornare i ragazzi a scuola?

"Tutti gli indicatori ci dicono che dopo le festività il rischio di un aumento dei contagi è purtroppo concreto e da non sottovalutare. Il rinvio del rientro in presenza dei ragazzi delle scuole superiori è stato un atto difficile, ispirato alla prudenza e alla responsabilità. Allo stesso tempo non posso non sottolineare il grande lavoro che si sta compiendo per garantire piena sicurezza ai nostri ragazzi. Uno sforzo che coinvolge Prefetti, dirigenti scolastici, docenti, lavoratori, personale medico e socio-sanitario, strutture regionali e le famiglie. Come Regione stiamo infatti mettendo in campo ogni strumento utile per far in modo che nel più breve tempo possibile si possano ripristinare condizioni di insegnamento in presenza e in sicurezza. Vogliamo evitare di riaprire e magari richiudere subito dopo".

Quanta autonomia decisionale ha la Giunta regionale rispetto alle indicazioni governative in questo momento di emergenza sanitaria?
"Sin dall'inizio dall'emergenza le Regioni hanno avuto la possibilità di emanare ordinanze più restrittive rispetto alle disposizioni del Governo. L'aspetto sul quale credo che si possa e si debba fare uno sforzo aggiuntivo è invece il dialogo e la collaborazione tra Governo e Regioni, soprattutto prima dell'assunzione di nuove decisioni, spesso di difficile applicazione".

Quali sono i parametri di riferimento per riaprire o tenere chiuse le scuole?
"Ovviamente l'indice RT e l'evoluzione della curva epidemiologica rappresentano gli indicatori principali. Oltre a questo vanno però tenuti in considerazione altri fattori che possono essere determinanti. Per quanto ci riguarda riteniamo che sotto il profilo della sicurezza scolastica, così come per quanto attiene al rafforzamento dei trasporti pubblici, sia stato fatto tutto quello che è nelle possibilità regionali. Proprio ieri la Presidente ha inoltre annunciato che, nell'ambito delle risorse derivanti dal Fondo Sociale Europeo, abbiamo stanziato 1 milione di euro aggiuntivo per consentire uno screening volontario per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e per il personale scolastico. Uno sforzo organizzativo importante, che vedrà la collaborazione attiva anche della Croce Rossa e delle farmacie".

Quale strategia ha la Regione per i prossimi mesi, fino alla fine dell’anno scolastico?
"La didattica a distanza ha consentito di non interrompere la preparazione dei nostri giovani, ma non può sostituire l'insegnamento in presenza. Per questo stiamo rafforzando tutte le iniziative che possano consentire il raggiungimento dei più efficaci standard di sicurezza, pur sapendo che questo virus potrà essere debellato solo con il completamento della campagna di vaccinazione. Come Regione sappiamo che il percorso da qui alla fine dell'anno potrebbe incontrare ulteriori ostacoli, e per questo siamo impegnati a trovare risorse per consentire agli istituti scolastici di svolgere al meglio la propria funzione sociale, culturale ed educativa. Un impegno in linea con quanto fatto nei mesi scorsi, a partire dagli impegni straordinari che abbiamo assunto – stanziando risorse aggiuntive – per sostenere le famiglie nell'attivazione delle tecnologie per la didattica a distanza o per interventi straordinari di sanificazione degli Istituti o per garantire agli studenti umbri borse di studio per contrastare l'abbandono scolastico, una iniziativa per la quale è appena stato pubblicato il relativo avviso".

Sembra che uno dei problemi reali sia quello dei trasporti scolastici: è lì, e non nelle scuole, che non si riesce a garantire un efficace distanziamento. Cosa si è fatto per potenziare il trasporto scolastico?

Da questo punto di vista abbiamo messo in campo ogni strumento disponibile. Autobus aggiuntivi, corse straordinarie negli orari scolastici, riduzione della capienza delle vetture. Dall'inizio di questo anno scolastico abbiamo già reso disponibili 4 milioni di euro aggiuntivi – di risorse regionali -, ai quali si aggiungeranno altre risorse per i prossimi mesi. Per questo non credo che si debba scaricare sui trasporti ogni responsabilità. Fronteggiare il virus significa soprattutto coordinare tutte le azioni volte a contrastarlo, in una logica di collaborazione e di sinergia quotidiana tra tutti settori e tutti i soggetti coinvolti, a partire dai ragazzi e dalle loro famiglie.  Ed è anche per questo che ringrazio tutti coloro che si stanno adoperando per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati, dai Prefetti alla Direttrice dell'Ufficio Scolastico Regionale e i dirigenti e i docenti, fino a tutti i lavoratori e gli operatori coinvolti. È con questo spirito che partecipiamo a tutti i tavoli istituzionali di confronto, a partire da quello istituito dalle Prefetture".

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