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INVIATO CITTADINO Scoperte e sorprese di un magistrale restauro alle pitture murali di San Pietro

Un’abbazia (del 337 d. C.) che diviene cattedrale (936) con straordinarie risorse artistiche e devozionali

Scoperte e sorprese di un magistrale restauro alle pitture murali di San Pietro. Un’abbazia (del 337 d. C.) che diviene cattedrale (936) con straordinarie risorse artistiche e devozionali. Come la divinità tricefala a destra del portale d’ingresso, inserita in una nicchia.

In questo primo servizio ci soffermiamo sulla descrizione. 

Ne abbiamo parlato con Manuela Elisei, autrice del restauro. Manuela ci ricorda che la raffigurazione della Trinità Triandrica era notoriamente eretica, tanto che fu vietata, nel 1628, da papa Urbano VIII al concilio Tridentino. Egli vietò le raffigurazioni equivoche come anche il ‘Vultus Trifrons’, temendone le contaminazioni pagane. 

FOTO - Scoperte e sorprese di un magistrale restauro alle pitture murali di San Pietro


(foto esclusive Sandro Allegrini)

Il primato perugino. Esistono pochissime rappresentazioni di questo genere. Ma Perugia ne vanta ben tre: oltre a questa, ce n’è una, bellissima, nella chiesa della Colombata. Un’altra, in cattivo stato di conservazione, sta a destra dell’ingresso della chiesa urbana di S. Agata, di cui è Rettore monsignor Fausto Sciurpa (foto in gallery).

Quella di San Pietro è femmina. Precisa Elisei: “La Trinità tricefala, seduta in trono con veste chiara con ricchi decori circolari, è posta tra due angeli in piedi, vestiti di rosso e attillati e con le braccia conserte. Qui nello specifico ci troviamo di fronte ad una raffigurazione della Trinità palesemente femminile, con della peluria appena accennata su visi. Il sottarco è decorato con motivi geometrici modulari”.

Invece sul lato sinistro del portale di ingresso ci sono degli affreschi inseriti in due nicchie.

Il Christus Patiens. Nella prima nicchia in alto è rappresentato un crocifisso con sotto un Cristo Patiens che esce dal sepolcro con intorno alcuni tra gli Arma Christi o Strumenti della Passione (lancia, colonna della flagellazione, tenaglia per togliere i chiodi, corona di spine, canna con spugna, scala, chiodo, ciotola per l’aceto.

E c’è anche (quasi certamente) una reliquia. Nella parte destra del sepolcro c’è un chiodo in ferro, inserito contestualmente alla realizzazione dell’intonaco. Si tratta probabilmente una reliquia (mentre in genere viene scambiata per una giustapposizione casuale o addirittura vandalica).

E poi Pietro e Paolo con simboli. Ancora più in basso, sono dipinti i santi apostoli Pietro e Paolo. A sinistra, San Paolo ha un mantello rosso con interno giallo e veste verde; porta i sandali. Ha un libro aperto nella mano sinistra e forse una lancia nella mano destra. San Pietro, a destra, ha il mantello giallo con interno verde e veste celeste. Tiene un libro chiuso nella mano sinistra e nella destra le chiavi.

Il sottarco era anch’esso affrescato. A testimonianza di ciò restano solo alcuni frammenti di intonaco.

Una strepitosa Annunciazione. Nella seconda nicchia, in alto è rappresentata l’Annunciazione alla Vergine, con Angelo Annunciante vestito di rosa con scritta SPU e una Madonna seduta in trono con vestito rosso e mantello verde con interno bianco. Ha le scarpe a punta. La scena è inserita in un’architettura moderna, con soffitto a cassettoni. Il leggio è decorato a finto legno.

E poi San Giorgio che sconfigge il Drago. Al di sotto: un San Giorgio a cavallo, impegnato a trafiggere il drago. Il cavallo è stilizzato, eseguito con colore giallo con la sella verde. Ha le briglie rosse posizionate a caso, senza tenere conto di alcuna tridimensionalità. San Giorgio ha il vestito bianco con croce rossa sul petto.

La lotta tra il drago e il cavallo. Il drago avvolge con la coda la gamba posteriore destra del cavallo che a sua volta calpesta le ali del drago con le zampe anteriori. Una lotta fra principii opposti e complementari.

La principessa ha un vestito rosso di foggia quattrocentesca con decori a stampo rosso (più scuro) che non seguono le pieghe e i volumi. Ha il collo alto con l’interno verde e i capelli chiari raccolti.

La natura e la città. Sullo fondo una specie di monte stilizzato con ombre gialle e fiorellini sparsi. Gli alberi avevano dei grandi fiori gialli, ormai svaniti. Nella parte destra c’è una città rappresentata con coppi e tegole rosa; sotto, un muro di cinta giallo con merli. Da un arco si affacciano tre figure femminili che osservano fuori.

Si tratta di un palinsesto. Questo affresco è sovrapposto ad un altro più antico le cui tracce sono ben visibili in alto a sinistra e a destra della colonna.

L'intradosso è decorato con motivi geometrici e fasce colorate. Al di sotto dello stesso si trova un altro intonaco di un affresco precedente, visibile in basso a sinistra sopra al capitello [nel prossimo servizio, si parla dell’intervento, ndr].

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