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Martedì, 23 Aprile 2024
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IL RACCONTO breve di Ruggero Luzi | Il Barcone: mio fratello è morto e io sono vivo

Noi preso il barcone come tu lo chiami ma non grossa barca perché tutti stretti sudore piscia cacca  vomito onde alte non aria mio fratello asma io lo alzavo con le braccia soffiavo nella sua bocca ma lui non ha fatto più respiri tanti giorni di viaggio dal mio paese chiusi dentro il camion l’odore cattivo come sul barcone a piedi nel deserto sulle spalle mio fratello i nostri genitori piangevano i nostri fratelli anche loro

....quando siamo partiti mamma ha raccomandato mio fratello come dico ora che lui è morto loro sperano che tutti e due vivi con lavoro tanto mangiare come dire che lui è morto e io sono vivo salvato dalla nave con uomini di un altro colore ma con il cuore grande come il nostro che vogliamo la vita migliore per aiutare i genitori e i fratelli che non sono potuti venire uomini buoni ci hanno portato con la loro nave a terra mio fratello dentro il sacco nero  come dire che non ho salvato mio fratello non riuscivo a scaldarlo sempre più freddo baciavo la sua faccia stringevo il suo corpo nessuno parlava tutti paura della morte

....i bambini piangevano le onde alte l’acqua entrava nella barca tutti paura quattro cinque dieci caduti in mare nessuno ha allungato le braccia tutti paura ho messo un fiore sul sacco nero un fiore giallo preso dalla terra che ho baciato ma vergogna perché mio fratello è morto e io vivo come dire che ho messo un fiore giallo sul sacco nero per capire che lui era dentro quel sacco nero in mezzo a tanti altri sacchi neri uomini buoni mi hanno coperto con carta luccicante e acqua cibo vestiti. La spiaggia vicino al campo profughi bambini giocano in acqua si allontanano le mamme li chiamano perché hanno paura del mare li asciugano gli danno acqua mangiare come dire che mio fratello è morto e io sono vivo.

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