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IL RACCONTO BREVE di Ruggero Luzi | I mille odori dell''Oratorio dei Salesiani

L'odore della gomma nelle mani tinte di nero, il pallone sgonfio si accascia sul piede per essere scagliato nella porta. Corriamo, nel cortile asimmetrico, strusciando sul catrame dal sapore misto al sangue. Lui, nasconde la palla sotto la tonaca e corre verso la porta impedendoci di portargliela via. La partita è quella di tutti i giorni, con il vento di tramontana che gela il naso e le orecchie o il caldo umido dell'afa estiva. Il cortile è quello dell'oratorio, il muro scrostato segna l'altezza di chi cresce da un anno all'altro. L'odore del pennarello si mescola a quello del compensato mentre traccia il segno di una racchetta da ping pong. Il traforo gratta il legno e cosparge di segatura il pavimento. L'odore di Vinavil rimane tra le dita appiccicose dopo avere attaccato i manici.

Lui, con la tonaca impolverata, pazientemente c'insegna. Lui, con la tonaca, si muove agilmente per raccogliere la pallina che cade dal tavolo di ping pong e la riconsegna contando i punti. Lui, prende le prenotazioni per giocare a chi ha detto “Visti”.

L'odore dell'incenso, del fumo delle candele, del pane morbido con la mortadella dopo la messa. L'odore della liquirizia che pesca la gassosa nella bottiglia di vetro, le caramelle gommose che si appiccicano ai denti mentre guardiamo il film la domenica pomeriggio a testa in su, seduti sulle panche in prima fila e poi rincorrersi nel cortile sceriffi e indiani.

Lui, con la tonaca ha le tasche immense, piene di chiavi a custodire stanze di giochi e d'adunanze per parlare d'amore. L'odore dell'infanzia e dell'adolescenza si consuma nella tonaca lisa di chi si prendeva cura di noi.
 

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