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Quelle macchine di Tilli sono irrecuperabili, ma le pietre litografiche si possono salvare

Questo è quanto emerge dal sopralluogo tenuto, nei capannoni del cantiere comunale a Pian di Massiano, dai componenti della IV Commissione consiliare cultura

Quelle macchine di Tilli sono irrecuperabili: inutile ferraglia da gettare alle ortiche. Siamo gli unici in grado di offrire ai nostri lettori, in esclusiva, il resoconto fotografico di quel sopralluogo.

Le pietre litografiche, al contrario dei macchinari, sebbene conservate in modo inadeguato, possono essere in parte recuperate. A patto che si provveda a collocarle in un luogo privo di sbalzi termici: tutto il contrario del capannone in cui stanno. E a condizione che vengano tolte dall’incomoda posizione di schiacciamento dovuto al fatto che sono sovrapposte e malamente ammassate. Sebbene isolate con un domopak.

Questo è quanto emerge dal sopralluogo tenuto, nei capannoni del cantiere comunale a Pian di Massiano, dai componenti della IV Commissione consiliare cultura, presieduta da Michelangelo Felicioni, alla presenza dei membri della commissione medesima, di altri consiglieri, funzionari e diverse persone interessate.

Anche l’Inviato Cittadino che aveva sollevato quello scandalo, una decina di anni fa, ha verificato come le condizioni di abbandono abbiano comportato un visibile peggioramento di quei preziosi materiali.

Insomma: si raccoglie il male del cattivo seme, sparso in abbondanza su quel terreno.

L’operazione è stata effettuata nell’ambito della discussione e delle relative decisioni circa l’ordine dei giorno presentato dai consiglieri Pd Tommaso Bori e Sarah Bistocchi per la commemorazione dello stesso Tilli, nel trentennale della sua scomparsa: una data che cade nel giugno del 2020.

Recita il comunicato ufficiale: “I commissari, insieme alla figlia di Brenno Tilli, la signora Lydia, a Mario Zucchetti, collaboratore di Tilli negli ultimi anni di attività, alla dott.ssa Benedetta Pierini, studiosa di Tilli, alla dott.ssa Scricciolo e al giornalista Sandro Allegrini, hanno preso atto delle condizioni di conservazione dei materiali e ipotizzato i primi passi da fare per una loro valorizzazione”.

Ma intanto si continua a propalare una bufala: quella del presunto “pagamento” di 13 milioni di lire a favore dell’erede. Mentre nulla è stato comprato.

Falso, falsissimo. Se si prosegue di questo passo, ci sarà una denuncia per diffamazione. Lydia Tilli ha, ancora una volta, pubblicamente ribadito che non un centesimo ebbe a vedere. Nulla aveva richiesto e nulla ebbe. Quei soldi (i famigerati 13 milioni di lire) furono spesi per movimentare per diverse volte quei materiali.

Siamo in grado di ricostruire quei movimenti.

La prima volta: dalla bottega di Brenno in via Bartolo fino a San Francesco al Prato, dove le macchine erano ancora efficienti, tanto da venir usate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti per le esercitazioni di grafica.

Poi – a seguito del terremoto – lo sfratto da San Francesco e il trasloco al capannone del Comune a Balanzano. Poi il terzo spostamento in mezzo al fango di un campo, là fuori (perché “impicciavano”!). Poi un quarto spostamento – quando denunciai lo scempio – per riportare frettolosamente le macchine al Pian di Massiano. Ecco dove sono finiti quei 13 milioni. Forse ce ne sono voluti anche di più. Ma il Comune non ha comprato niente di niente: si trattò di una donazione! Basta con scemenze e falsità!

Ma cosa fare, adesso, per il salvataggio delle pietre?

Recita il comunicato: “Nella prima seduta disponibile della commissione del 2019 (8 gennaio) saranno valutate le modalità per inventariare, catalogare le pietre, le possibilità di trovare uno spazio comunale in cui collocare sia le pietre che il macchinario e di restaurarli, di raccogliere le produzioni cartacee dalla stessa cittadinanza per una loro digitalizzazione, quindi di creare un apposito Comitato che si incarichi di studiare e mettere in campo azioni in vista del trentennale”.

C’è ancora un errore: nessuno ha parlato di restaurare la macchina da stampa né la taglierina Mandelli: impossibile, a meno di non voler mandare per aria il bilancio del Comune.

Questi i propositi. Vigileremo che tutto si svolga secondo le regole e le finalità espresse e condivise. Altrimenti, faremo come la volta precedente: segnaleremo alla città eventuali responsabilità e colpevoli omissioni. Poi ciascuno farà la propria parte. 

Perugia, le macchine di Brenno Tilli sono da buttare: si possono salvare solo le pietre litografiche

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