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INVIATO CITTADINO La comunità elcina si stringe intorno a don Claudio Faina alla sua prima messa in San Donato

Amici, compagni di scuola, familiari, parrocchiani e non

La comunità elcina si stringe intorno a don Claudio Faina alla sua prima messa in San Donato. Amici, compagni di scuola, familiari, parrocchiani e non. Tutti accorsi a una festa dello spirito che coniuga fede e amicizia. Nella convinzione che l’amicizia e la fede raddoppiano le gioie e dividono i dolori a metà. In una giornata come quella di San Giovanni Bosco, educatore della gioventù.

E proprio sulla sofferenza della malattia (“culla di resurrezione”) si è incentrata la fresca omelia in cui Claudio commentava la pagina evangelica che ci racconta due grandi dolori, seguiti da altrettante gioie. La donna emorragica che tocca la veste di Gesù (Marco 5, 21-34) e ne esce risanata. L’adolescente figlia di Giairo, morta e richiamata alla vita dal Cristo. 

FOTO - La comunità elcina si stringe intorno a don Claudio Faina

“Proprio come la nostra parrocchia – ricorda Claudio – che sembrava spenta, finita. Mentre Marco Pagana ci diceva di non perdere la speranza, perché era solo addormentata. E così è stato”. Una analogia fra due situazioni che dimostra la perenne attualità del Vangelo. E se ne è parlato con gioia. La stessa gioia del ritrovare i giovani, come il figlio che si credeva perduto. Così i tanti giovani che non frequentavano e che oggi, invece, ruotano intorno alle iniziative in San Donato, coi sacerdoti Riccardo e Daniele. Ed è bene che se ne parli, come delle cose grandi. Se ne parli in grande: ossia con entusiasmo ed innocenza.

Così come il toccare la veste per salvarsi si è ripetuto – si parva licet – con la manifestazione di tanti che si avvicinavano a Claudio, al termine della liturgia, per accarezzarlo, abbracciarlo, complimentarsi. E con la ritualità del baciamano. È infatti tradizione che baciare le mani di un sacerdote di fresca consacrazione possa fruttare indulgenze. Le mani di un sacerdote sono state consacrate dal Crisma e amministrano il potere e la grazia di Dio nell’Eucaristia e impartiscono i sacramenti. Per questo se ne bacia la mano, perché quelle mani sono piene del potere di Dio. Ed è evidente il richiamo agli apostoli Per manus autem apostolorum fiebant prodigia, et signa magna in populo (Mediante le mani degli apostoli si verificavano molti segni e prodigi nel popolo).

Manifestazione di affetto e confidenza, di festa per questo giovane che ha scelto di consacrare la propria vita alla predicazione del Vangelo. E ne ha dato esempio tangibile proprio con la pagina di ieri che riferisce due episodi della vita di Gesù.

Eravamo in tanti. In primis i compagni di scuola e dopocresima: Daniela, Giulia, Sara, Chiara, Mauro, Matteo, Elena, Francesca, Elisa, Stefania, Ilaria, Silvia, Valentina… tanti coi propri bambini, in una gioiosa confusione. Cantando a squarciagola. E poi le foto, tante. Una giornata in cui c’è stato spazio solo per la gioia. E per le lacrime. Di commozione. Quelle che fanno bene al cuore.

PS. Claudio, dall’altare, ha ringraziato l’Inviato Cittadino, suo insegnante alle medie. È stata un’emozione, un riconoscimento per quanto scritto (molto letto e apprezzato) sulle colonne di questo giornale. Virtuale. Ma l’affetto e la riconoscenza sono veri. Palpabili.

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