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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La sala dei Notari accoglie il grande scienziato e premio Nobel per la chimica 2016

Sala dei Notari stipata per la lectio magistralis del Nobel Sauvage

Sala dei Notari stipata all’inverosimile. Lectio magistralis di Jean Pierre Sauvage, Nobel per la Chimica 2016. È il secondo Nobel presente a Perugia. Entro l’anno ne avremo altri due (per ora, misteriosi). Presentato da Luca Gammaitoni, presidente del POST, introdotto da Michele Fioroni per il Comune da Perugia, sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

Si dice “Perugia sulle spalle dei giganti”. Espressione sbagliata e poco lusinghiera in quanto, secondo la vulgata, l’espressione gigantis humeris insidens è preceduta da nanus ed è tutt’altro che un complimento. Ma diciamo che la Vetusta non si fa mancare niente, in materia di scienza. Se è vero che lo stesso Sauvage elogia il Museo della Scienza.

Per Sauvage – sul versante privato – una mattinata tutta dedicata all’arte, alla cultura e alla socialità: visita in Galleria Nazionale, a Palazzo Baldeschi per la mostra curata da Sgarbi, al Cambio e poi ricevuto dai vertici della Fondazione. Ma il pomeriggio è tutto per la scienza, coi Notari sold out e possibilità di vederlo in streaming dalla Vaccara.

Il Nobel spiega  la macchina molecolare con esempi e animazioni il cui senso sfugge al pubblico scientificamente meno acculturato, tra cui l’Inviato Cittadino che cerca di carpire brandelli di verità e scrive forsennatamente parole misteriose. Ricontrollando gli appunti, vedo che si parla della molecola Brevetoxin, la cui elaborazione è costata ben 12 anni di fitto lavoro a carico di un team di 25 persone: l’equivalente di 3 secoli di lavoro di un individuo a tempo pieno. Si parla poi di Fullenene, che consta di 60 atomi di carbonio.

Ma il fulcro della lectio ruota intorno ai catanani/catenani (in quanto molecole “incatenate”), stravaganti catene variamente intrecciate, fatte di esagoni e pentagoni. Di che si tratta è poco chiaro per il non iniziato, ma se ne spiegano le strabilianti applicazioni in campi che vanno dalla medicina, all’informatica, alla nanorobotica. Per chiarire quanto sia minuscola la misura di un nanometro (metri 10 alla -9) ossia un miliardesimo di metro, Sauvage chiede di immaginare il rapporto esistente fra un segmento di 30 centimetri e la distanza fra la Terra e la Luna. E questo è sufficientemente chiaro.

Chiude con l’elenco degli studiosi del team, compresa la moglie e il figlio. Ci accorgiamo che due di questi scienziati sono morti, come si deduce dal simbolo della croce accanto al nome. E scopriamo che è stato ingiustamente escluso dal Nobel il bolognese Vincenzo Balzani. Cose che succedono. Un’ora di affabulazione, seguita con interesse: da qualcuno anche senza cuffie, a riprova della perfetta conoscenza della lingua inglese. 

Domande e consegna del Grifone d’Oro costituiscono la degna conclusione di un pomeriggio di scienza alla Vetusta. A gloria e onore del Love Film Festival. Stavolta declinato sul versante dell’amore per la scienza.

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