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INVIATO CITTADINO Via del Pasticcio racconta le vicende del malvagio abate Du Puy

Inaugurato un percorso didattico in tre step. Un modo intelligente e didatticamente strutturato per raccontare ai perugini di oggi le traversie vissute dai loro antenati impegnati nella lotta per il recupero delle libertà politiche e civili

In via del Pasticcio (zona Pesa) inaugurato un percorso didattico in tre step. Racconterà le vicende dell’abate Du Puy in fuga dalla sua fortezza, inseguito dai patrioti perugini.

Intanto i soci di Porta Pesa-Corso Bersaglieri hanno affisso il primo quadro (foto). Che racconta come si comportò coi perugini l’abate avignonese del monastero di Cluny, inviato da Papa Gregorio XI. Era comunemente noto col nome di Monmaggiore, supportato da 4000 cavalieri e 100 fanti, pagati dalla civitas perusina. Ridotta di fatto in condizioni di servaggio e colpita dalla peste e dalle carestie.

Per affermare militarmente il proprio dominio, il Monmaggiore incaricò Matteo Gattapone di costruirgli due fortezze: una alla sommità di Porta Sole e l’altra in cima al Borgo S. Antonio.

Le due fortezze erano collegate da un corridore attraverso via Pinturicchio, sovrastando il convento di San Tommaso (attuale scuola media Foscolo) e unendosi all’altezza del Cassero al Borgo. Nel 1375 il popolo s’impegna per la demolizione delle fortezze, simbolo dell’odiato potere temporale della Chiesa.

In seguito ad un accordo, le truppe del Monmaggiore avrebbero abbandonato la città fra il 31 dicembre e il 1° gennaio 1376.

Mentre si preparavano a uscire dalla Porta di via Cialdini, il popolo attacca soldati e salmerie, depredando e uccidendo (questo racconta il Pellini). Garante dei patti era il capitano di ventura Giovanni Acuto che ne chiede il rispetto. Da qui lo stop e la restituzione dei beni del delegato del pontefice.

Il Papa scomunicò i perugini per questi comportamenti. E l’abate se la sarebbe svignata non per la Porta principale, ma per un pertugio che collegava il corridore a via del Pasticcio. Questa la prima parte della storia. Proseguirà con altri due quadri che verranno collocati sotto l’arco di via del Pasticcio entro i prossimi due anni.

Un modo intelligente e didatticamente strutturato per raccontare ai perugini di oggi le traversie vissute dai loro antenati impegnati nella lotta per il recupero delle libertà politiche e civili. Pagine esaltanti che fanno il paio con quelle scritte il 20 settembre del 1860, quando dalla Porta S. Antonio entrarono le truppe liberatrici dell’esercito piemontese.

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