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INVIATO CITTADINO Porta del Giubileo, capolavoro di Artemio Giovagnoni

Sabato 29 ottobre, al Santa Cecilia, uno spettacolo-commemorazione

Artemio Giovagnoni, Chiesa cattedrale, Porta del Giubileo. Capolavoro identitario in cui si fondono arte e religiosità.

Sabato 29, all’Oratorio di Santa Cecilia (alle 18:00), il ricordo del grande artista. Iniziativa voluta dal Comune di Perugia (nella persona dell’Assessore alla Cultura Leonardo Varasano), dal Gruppo teatrale da lui fondato (“Artemio Giovagnoni-Città di Perugia”), dall’Accademia del Dónca. Nel centenario dalla nascita: era nato, a Perugia, alla vigilia di Natale del 1922.

Quel capolavoro in piazza Danti fu realizzato in occasione del Giubileo del 2000, vescovo Giuseppe Chiaretti, pontefice Giovanni Paolo II. Porta dedicata alla Vergine delle Grazie la cui effige è rappresentata in una colonna della chiesa cattedrale. 

FOTO - Porta del Giubileo, capolavoro di Artemio Giovagnoni


(foto Sandro Allegrini)

Nel registro superiore, paradisiaco, un trionfo di santità, coi Patroni Ercolano, Lorenzo e Costanzo e i due santi umbri Benedetto e Francesco. Non manca il Sommo Poeta Dante la cui Commedia è contestualizzata nel giubileo del 1300. Doppio richiamo che avrebbe dovuto sollecitare l’attenzione di intellettuali e dantisti nell’anno 2021, ricorrenza del settimo centenario del poeta fiorentino. Ma pare che nessuno abbia nominato la citazione di questa opera grandiosa dello scultore perugino. Una colpa da ascrivere anche a noi stessi.

Sullo sfondo, Giovagnoni ha realizzato monumenti sacri identitari come S. Ercolano e San Domenico. Ma anche emergenze laiche come l’Arco Etrusco.

Il corpo centrale celebra il secondo millennio dalla nascita di Cristo. Con episodi quali Annunciazione, Adorazione dei pastori, Deposizione e Resurrezione.

Mentre il registro più in basso si realizza il contrasto fra la guerra e un auspicio di pace. In pratica la violenza di ieri (fruste e bastoni) viene attualizzata con quella di oggi (fucile) a dimostrare l’universalità del male. Mai come oggi se ne avverte l’attualità.

Ciò che va sottolineato in occasione del centenario dalla nascita del grande scultore perugino è la natura fortemente identitaria che Giovagnoni intese conferire all’opera.

Si notano infatti la Fontana Maggiore, l’Arco Etrusco e il matitone di San Pietro… e tanto altro.

Insomma: anche in un’occasione di carattere religioso, Artemio Giovagnoni, artista intriso di un sincero anelito di fede, ha voluto inserire nel racconto biblico-liturgico elementi di peruginità profondamente avvertiti nel proprio intimo di uomo.

E il ricordo-spettacolo di sabato prossimo intende onorarne il nome e la memoria anche come autore: drammaturgo, poeta, storico di vaglia. Insomma: una personalità che merita rispetto e ammirazione. Una medaglia di cultura e umanità da portare al petto per noi Perugini.

PS. Nella Sala delle Colonne di Palazzo Graziani, Fondazione Perugia, si può ammirare un prezioso calco dell’opera. È posto ad altezza uomo e la si può osservare in tutti i particolari.

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