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Ponte Felcino, comunità alle porte di Perugia. Situazione complessa. Analisi e prospettive. Intervista a Gino Puletti

Ponte Felcino, comunità alle porte di Perugia. Situazione complessa. Analisi e prospettive.

Ne parliamo con Gino Puletti, eletto in Consiglio Comunale per la lista civica - Progetto Perugia

Spiega l’antefatto. “Ponte Felcino ha subito negli ultimi decenni una forte trasformazione sociale ed economica, le cui principali cause vanno ricercate in più direzioni”.

Quali?

“Innanzitutto il fenomeno di un massiccio inurbamento che ha portato, negli anni ’80, un notevole afflusso di nuova popolazione. Sono da considerare le scelte strategiche di natura urbanistica degli anni ’70-’80, con la realizzazione di nuove aree PEEP di eccessiva consistenza, affidando al tessuto sociale del paese un carico non proporzionale alle sue reali potenzialità”.

Quale la situazione economico-sociale di allora?

“La classe politica di allora vedeva Ponte Felcino come una comunità viva, ricca di attività sociali e fermenti culturali, economicamente solida. Dunque, in grado di accogliere ed integrare una nuova popolazione con maggiori possibilità di successo, rispetto ad altre realtà del territorio comunale. Valutazione che si è rivelata eccessivamente ottimistica”.

Per quali ragioni?

“Nel contempo, si era trascurata completamente, a livello infrastrutturale, la parte più antica del paese. Scelta che ha inevitabilmente comportato l’abbandono delle attività, delle residenze, fino a comportare uno stato di degrado che si fatica a superare”.

Il rapporto con gli stranieri?

“A questo si è poi aggiunto, alla fine degli anni ’90 ed inizio del 2000, l’immigrazione massiccia dai paesi dell’est e del nord africa; immigrati che trovavano a Ponte Felcino un luogo conveniente dove insediarsi, a motivo dei prezzi più bassi, sia per gli affitti che per l’acquisto di immobili”.

Con quali conseguenze?

“Col risultato che questa frazione, un tempo considerata un modello, viene oggi percepita come periferia marginale e priva di identità. Con grave danno per l’economia delle attività, del mercato immobiliare e della qualità della vita dei cittadini residenti”.

Quale il ruolo dell’associazionismo?

“Non basta, almeno fino ad oggi, l’impegno delle numerose associazioni sociali e culturali, sempre più in difficoltà a trovare risposte e relazioni con un tessuto sociale rarefatto, che merita nuove prospettive di coesione”.

In un prossimo servizio la proposta delle eventuali soluzioni per recuperare, o meglio trovare, una nuova identità

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