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Giovedì, 25 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO La vetrina dello store di Guarducci propone un Pinocchio, burattino bugiardo, e gli fa dire 'Non mi piace il cioccolato'… ma sbaglia

Sbaglia – intendiamoci – non nella sostanza, ma nel genere del nome. Il Pinocchio di Collodi avrebbe detto “la cioccolata”

La vetrina dello store di Guarducci propone un Pinocchio, burattino bugiardo, e gli fa dire “Non mi piace il cioccolato”… ma sbaglia.

Sbaglia – intendiamoci – non nella sostanza, ma nel genere del nome. Il Pinocchio di Collodi avrebbe detto “la cioccolata”.

Le due proposte pinocchiesche si dipanano con la prima vicina all’ingresso, dove il bambino di legno è a grandezza naturale e porta quella falsa affermazione in un cartello legato al collo.

2 Il Pinocchio bugiardo all'ingresso-2La seconda proposta – e relativo slogan – è contenuta nella vetrina in cui, sopra e sotto un tavolo da lavoro di falegname, compaiono Pinocchi di varia foggia e dimensioni.

Ora è da sapere che Carlo Lorenzini, nativo del capoluogo toscano, non avrebbe mai detto, né fatto dire, “cioccolato”. Bensì: “cioccolata”.

Il termine, in tutta l’opera, compare una sola volta. Al femminile. A indicare il colore della giacca del Can-barbone in livrea che guida la carrozza con cui la Fatina manda a prendere il burattino, impiccato (ma ancora vivo) a un ramo della Quercia Grande.

Ecco il passo: “Il Can-barbone era vestito da cocchiere in livrea di gala. Aveva in capo un nicchiettino a tre punte gallonato d'oro, una parrucca bianca coi riccioli che gli scendevano giù per il collo, una giubba color di cioccolata coi bottoni di brillanti e con due grandi tasche per tenervi gli ossi che gli regalava a pranzo la padrona, un paio di calzoni corti di velluto cremisi, le calze di seta, gli scarpini scollati, e di dietro una specie di fodera da ombrelli, tutta di raso turchino, per mettervi dentro la coda, quando il tempo cominciava a piovere”.

Nella mia versione del “Pinocchio m perugino” ho naturalmente rispettato il testo collodiano, traducendo quella parte del XVI capitolo con “na giubba clor cioccolata”.

Ciò detto, lode a Guarducci che esalta una figura tanto cara ai bambini. Senza contare che il Pinocchio è tutt’altro che una fiaba per bambini. Ma ha molto da insegnare anche ai grandi.

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